La Nuova Sardegna

Oristano

Laconi, prosegue la guerra sui bus

Laconi, prosegue la guerra sui bus

I genitori critici verso il Comune: pronti a ricorrere alla magistratura

09 aprile 2017
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LACONI. Prosegue la battaglia per il ripristino, almeno per il prossimo anno scolastico, del servizio di trasporto scolastico per i bambini delle borgate. I genitori si sono rivolti al nuovo assessore regionale dell’ Istruzione, Giuseppe Dessena e al presidente dell’ Anci Sardegna, Emiliano Deiana. La richiesta di intervento nasce dopo la lettura delle azioni contenute nel Documento unico di programmazione 2017 del Comune in merito al servizio di trasporto scolastico. «Non vi è nessuna volontà di venire incontro alle famiglie – dicono i genitori - semmai di mortificarle ancora di più di quanto non si sia fatto finora». Nelle note inviate a Dessena e Deiana viene sottolineata la difficoltà delle famiglie che risiedono a Santa Sofia, Crastu e Su Lau a garantire ai figli una regolare frequenza scolastica. «Un padre di famiglia – scrivono – non può essere messo in condizione di scegliere se andare a lavorare o accompagnare il proprio figlio a scuola. Ci sembra assurdo chiedere alle famiglie di percorrere in media circa 50 chilometri al giorno per portare i propri figli a scuola. In controtendenza si continua a resistere in zone fortemente svantaggiate e prive di tutti i servizi primari». «Siamo rimasti basiti – spiegano nella stessa nota i genitori – nel leggere le azioni in risposta al diritto allo studio, alla dispersione scolastica e in risposta all’ attuazione della frequenza dei nostri figli per il prossimo anno scolastico contenute nel documento.

In questi mesi, pur avendo interessato tutte le istituzioni di ogni ordine e grado dal presidente Pigliaru alla Direzione Generale dell'Ufficio Scolastico regionale, sino al Presidente della comunità Montana di Isili,) non vediamo nessun passo in avanti, anzi al contrario siamo di fronte alla negazione di un diritto sancito dalla costituzione la cui difesa ormai andrà perseguita affidandosi alla magistratura perché il nostro buon senso ad oggi non ha prodotto nessun risultato». (iv.ful.)

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