La Nuova Sardegna

Oristano

Sport ostaggio dei vandali alla cittadella di San Paolo

di Enrico Carta
Sport ostaggio dei vandali alla cittadella di San Paolo

Una serie di incursioni notturne ha vanificato più volte i lavori agli spogliatoi I danni si aggirano attorno ai 10mila euro: si allungano i tempi per la conclusione

29 marzo 2017
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ORISTANO. Come la tela di Penelope, ma senza Penelope. A Torangius non serve che colei che tesse, si impegni poi anche a disfare l’opera, perché ci pensano direttamente i teppisti a mandare all’aria le ore di lavoro dell’impresa che sta portando avanti l’appalto per il rifacimento degli impianti sportivi di San Paolo. I praticanti del vandalismo, disciplina che sembra non avere difficoltà a trovare sconosciuti seguaci, hanno già dimostrato di essere campioni nella loro specialità Da quando sono iniziati i lavori sono infatti riusciti a combinare danni per diecimila euro facendo un conto grossolano.

Il loro bersaglio preferito sono gli spogliatoi dei campi da calcio a 5 all’aperto vicini al palazzetto dello sport. Da quando la ditta Co.E.Ba. ha avviato la ristrutturazione che fa parte del più ampio progetto di ammodernamento di una serie di impianti sportivi cittadini, a San Paolo ha dovuto cambiare le porte diverse volte. Dapprima ne aveva piazzato una in legno, con la convinzione che, essendoci i lavori in corso che vanno a beneficio di tutta la comunità e ovviamente del quartiere, nessuno osasse far scempio di quelle opere. Invece no, perché la porta è saltata quasi subito e senza di essa ci sono state le prime scorribande che hanno fatto tornare una parte dei lavori al punto di partenza.

Dal legno si è passati poi al metallo, ma non è servito. Catene e lucchetti? Nemmeno quelli. I titolari dell’impresa contano già almeno quattro raid vandalici. E come contano loro, anche il Comune dovrà munirsi di calcolatrice perché tutti questi danni vanno poi a sommarsi alla costo iniziale dell’appalto che così lievita. Per il momento si può stimare un aggravio di circa diecimila euro, ma il lavoro non è finito e, vista la scarsa propensione al rispetto della cosa pubblica e al controllo di essa, la somma potrebbe conoscere ben presto un ulteriore aggiornamento al rialzo.

In tutte queste settimane, e ormai iniziano a essere parecchie, i vandali si sono dimostrati molto interessati ai piatti doccia, ai rubinetti, alle cassette a muro per l’acqua, naturalmente previa rottura delle porte. Quegli spogliatoi sono anche utilizzati per qualche bivacco, tanto che non è infrequente trovarvi delle bottiglie vuote o gli avanzi di una cena al coperto. C’è chi poi lo sceglie come luogo davvero poco romantico per effusioni amorose alquanto spinte, notate peraltro dagli stessi operai in perlustrazione serale.

Eppure sembra non esserci speranza di invertire la rotta, visto che i portoni d’ingresso abbattuti sono ben quattro e che nemmeno l’ultima saldatura all’opera morta è stata sufficiente a tenere la struttura al riparo dai raid. E allora le conseguenze sono facilmente immaginabili: tempi che si allungano perché i lavori vanno ripetuti continuamente; costi che lievitano; una città che attende di riavere gli impianti prima possibile e che invece si ritrova con una cittadella sportiva a metà, senza padroni o con dei vandali a farvi da padroni.

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