La Nuova Sardegna

Oristano

Il ruolo del Comune nel difficile incontro tra credito e imprese

di Roberto Petretto

Al seminario è stato presentato il fondo di garanzia Creo: strumento a sostegno di chi si insedierà nella periferia est

25 marzo 2017
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ORISTANO. È un grido di dolore: composto, educato, dignitoso, ma pur sempre un grido di dolore. E una richiesta di aiuto: le imprese, fiaccate dalla crisi, dalla pressione fiscale, dalla burocrazia, chiedono di avere un più facile accesso al credito. E, per la verità, non trovano molto ascolto. Giovedì sera l'aula consiliare del municipio ha ospitato un'iniziativa dell'amministrazione comunale che ha cercato di far incontrare due mondi che a volte non trovano una stessa lunghezza d'onda: quello dell'impresa e quello del credito. L'occasione è stata offerta dalla presentazione al pubblico del Creo, il fondo di garanzia destinato a incentivare nuove iniziative imprenditoriale e professionali nell'ambito del progetto per il rilancio della periferia est della città. L'assessore alla Programmazione nonché vicesindaco, Giuseppina Uda, ha prima messo a confronto le istanze, i problemi e le richieste del mondo imprenditoriale, rappresentato da due donne responsabili d'azienda (Maura Vulpiani e Paola Meconcelli) con le ragioni del mondo del credito, rappresentato da Sandro Cigagna, direttore della Banca di Arborea, e da Riccardo Barbieri, direttore della Fidi coop Sardegna.

Le imprenditrici hanno segnalato lungaggini, ostacoli, difficoltà che chi dirige un'azienda privata incontra nel rapporto con le banche. «Una burocrazia mostruosa, istruttorie intollerabili, dati chiesti in continuazione. Ci manca solo che ci chiedano il numero di scarpe», ha ironizzato amaramente Paola Meconcelli. Paula Vulpiani ha citato esempi personali del difficile confronto con gli istituti di credito: «Mi è stata chiesta una fideiussione di un ammontare sette volte superiore al valore del prestito». Dal mondo del credito è arrivata un'autodifesa che però ha ammesso anche alcune storture. Sandro Cigagna ha invitato gli imprenditori ha fornire dati chiari e credibili: «La domanda che ci facciamo quando ci viene chiesto un prestito è: come restituirà i soldi?». Ma il ruolo di una piccola banca cooperativa è ben diverso da quello di una grande banca che magari ha una sede nella penisola: «Noi conosciamo i nostri clienti, le loro storie imprenditoriali. Loro conoscono noi. Noi che puntiamo sulle persone».

Riccardo Barbieri ha spiegato i meccanismi del credito, i rischi per le imprese e per le banche, che ormai arrivano a valutare anche i pericoli di un prestito fatto a un'altra banca. Ha parlato dei meccanismi di garanzia e ha ammesso una serie di storture che andrebbero modificate.

Cosa può fare un Comune? Quello di Oristano sta cercando di sperimentare una strada nuova con la creazione di un fondo di garanzia che cerchi di abbattere i costi del denaro per imprenditori e professionisti che insedieranno la propria attività nella periferia est della città, aderendo all'idea del progetto recentemente co-finanziato dalla presidenza del Consiglio dei ministri. «Il fondo di garanzia si qualifica per una elevata capacità moltiplicativa di finanziamento rispetto all'entità delle risorse – ha spiegato l'assessore Uda –. È un fondo che solo in misura marginale si esaurisce e consente di sostenere il sistema produttivo ovviando alle difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese e dei professionisti».

Infine, il sindaco Tendas ha rivendicato all'amministrazione da lui guidata il merito di aver creduto nel progetto: «Quando a luglio e agosto dello scorso anno tanti mi invitavano a andare via, noi eravamo qui a lavorare. Non hanno preso ferie gli assessori né i dirigenti, a parte uno che ne ha preso qualche giorno non dovuto. Se avessimo mollato non staremmo qui oggi a parlare del progetto Periferia est, un'opportunità di crescita per la nostra città».

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