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Il Temo unisce dieci comuni e i loro territori

Il Temo unisce dieci comuni e i loro territori

Oggi incontro sul Contratto di fiume che coinvolge i paesi attraversati dal corso d’acqua

10 marzo 2017
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BOSA. Una data simbolica per Bosa e il territorio. Nel palazzo comunale alle 11, il sindaco Luigi Mastino ha invitato i colleghi dei Comuni nei cui territori scorre il fiume Temo per presentare l’idea e un progetto di massima sulla nascita del Contratto di fiume. Sui progetti relativi alle opere di mitigazione idraulica e idrogeologica nell’area urbana, invece, l’assemblea pubblica originariamente prevista per metà marzo si sposta alla fine del mese.

Il Contratto di fiume, strumento previsto nelle norme del Piano stralcio delle fasce fluviali, rivestirebbe una doppia valenza locale e territoriale: perché se da un lato è la carta che l’amministrazione vuole giocare per cercare di mitigare alcuni vincoli, d’altro canto permetterebbe di mettere in contatto realtà territoriali di vari ambiti provinciali che possono giocare carte importanti sulla valorizzazione dell’intera asta fluviale.

Oltre Bosa, Suni e Montresta in Planargia, verrebbero coinvolti Mara, Padria, Pozzomaggiore, Romana, Monteleone Roccadoria, Villanova Monteleone, fino a Semestene, nel tragitto dalle sorgenti alla foce. Bacino utile anche per rispondere alle richieste della Protezione Civile. «Sono state rappresentate due necessità principali: potenziare il sistema di sensori lungo il fiume, dove sono presenti due dighe, perché quello attuale è inadeguato, permettendo quindi di avere tutti i dati a disposizione per l’emanazione di una allerta; quindi la richiesta alle autorità regionali la nascita di una zona omogenea rispetto a quella oggi ricompresa nell’ampia area geografica denominata Logudoro, in tema di allerta meteo, idraulica e idrogeologica», spiega il sindaco.

Intanto si evidenzia, con il progetto del Contratto di fiume, un’accelerazione dell’amministrazione sulla questione dei vincoli idrogeologici e idraulici sull’area urbana di Bosa come su quella rurale o magari di valenza turistica di altre zone dell’isola. Restano da sciogliere i nodi sulla realizzazione delle opere necessarie all’avvio del collaudo della diga di Monte Crispu in primis e quelle di mitigazione del rischio a valle del manufatto. (al.fa.)

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