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Cambi di Provincia, chiesto un passo indietro

L’opposizione sollecita la cancellazione della delibera di passaggio al Sud Sardegna

10 marzo 2017
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LACONI. Lo strano caso della cittadina del Sarcidano, in bilico tra più province, continua a tenere acceso il dibattito pubblico. Dell’opportunità di indire o meno un referendum, se ne parlerà venerdì in consiglio comunale. La seduta è stata convocata a seguito della richiesta presentata dai gruppi di minoranza Insieme per Laconi e Laconi bene comune. Due sono i punti posti all’ordine del giorno. Il primo è proposta di revoca della deliberazione del consiglio comunale dell’ 8 febbraio dell’anno scorso, il secondo è la proposta affinché venga indetta una consultazione popolare per chiedere ai cittadini di scegliere tra la provincia del Sud Sardegna con sede a Carbonia e la provincia di Oristano a cui Laconi ora appartiene e dalla quale aveva deciso di sganciarsi proprio un anno addietro.

Per quanto riguarda la revoca dell’ adesione alla provincia del Sud Sardegna si fa riferimento alla deliberazione, votata allora dalla sola maggioranza, con la quale è stata decisa l’adesione alla costituenda nuova provincia del Sud Sardegna. Accertato anche attraverso i chiarimenti dell’assessore regionale agli Enti locali, Cristiano Erriu, che il Comune di Laconi è aggregato alla provincia di Oristano e l’eventuale mutamento di provincia potrà avvenire esclusivamente attraverso una specifica legge regionale, la deliberazione risulterebbe illegittima. Motivo questo che ha spinto la minoranza a chiederne la revoca.

I gruppi di opposizione hanno, inoltre, proposto che sulla scelta della provincia sia chiamata a esprimersi tutta la cittadinanza e chiesto al sindaco Anna Paola Zaccheddu l’indizione di un referendum. Nonostante sulla questione province e servizi siano state svolte recentemente due assemblee pubbliche, una promossa dai gruppi di minoranza, l’altra dal gruppo Giovine Laconi che esprime la maggioranza, e siano state argomentate le reciproche posizioni, un ulteriore confronto tra le parti avverrà nel Consiglio di oggi. Non resta dunque che attendere, per sapere se le richieste delle minoranze saranno accolte e soprattutto se i cittadini saranno chiamati alle urne.

Ivana Fulghesu

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