La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, donna accusa un 37enne: «Costretta ad avere rapporti sessuali»

di Enrico Carta
Bosa, donna accusa un 37enne: «Costretta ad avere rapporti sessuali»

Processo per presunto stupro, in aula la vittima racconta di essere stata ricattata in cambio del silenzio. Un intreccio di relazioni sarebbe finito con le violenze subite in due occasioni

08 marzo 2017
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BOSA. L’intreccio è da romanzo. Ma se durante il processo il capo d’imputazione e le difficoltose parole della presunta vittima trovassero conferme non sarebbe certo una storia col lieto fine. C’è infatti una donna che accusa un suo compaesano di un doppio abuso sessuale, frutto di un’intricata trama a più protagonisti, così come diverse sono gli attori che recitano parti diverse in questa storia con una matassa difficile da sbrogliare e da capire.

Tutto inizia con una separazione. L’ex moglie delusa dal marito che l’ha lasciata cerca allora di mettere i bastoni tra le ruote alla nuova unione di questi con un’altra compagna. Pensa così di chiedere l’aiuto di una sua amica che poi diventerà il centro del processo e anche la vittima del reato che viene contestato a G.P., 37 anni. La lunga deposizione della donna di fronte al collegio giudicante presieduto da Carla Altieri, a latere i giudici Enrica Marson e Maurizio Lubrano, è servita per chiarire come tutto sarebbe nato. La separazione avrebbe fatto sorgere la voglia di vendetta e così viene chiesto all’amica di recitare un ruolo e far finta di essere interessata ad avere una relazione con G.P. Si cerca così di mettere i bastoni tra le ruote alla sua nuova relazione, solo che il gioco si trasforma ben presto in qualcosa di pericoloso.

L’imputato riesce a scoprire chi sarebbe la misteriosa pretendente e così avrebbe iniziato a ricattarla. Il racconto della presunta vittima prosegue e chiarisce i contorni del ricatto. L’arma usata è quella della minaccia di una denuncia per le decine di telefonate e di riferire tutto al marito. Il silenzio si sarebbe potuto ottenere solamente in cambio di un rapporto sessuale. La paura vince e così la donna cede il suo corpo per evitare scandali. Passa però qualche tempo e la richiesta si ripete: stavolta addirittura ci sarebbe stato l’uso della forza per ottenere il rapporto.

La tesi del pubblico ministero Armando Mammone non trova però d’accordo l’avvocato difensore Silvio Sanna. Numerose sono state le domande e le contestazioni rivolte alla parte offesa, nel tentativo di far emergere delle contraddizioni nella ricostruzione che la difesa non ritiene attendibile e che sarebbe solo il frutto tardivo del tentativo di mascherare tramite una violenza sessuale dei rapporti che invece erano volontari.

Nuovi testimoni aiuteranno meglio a capire quanto accaduto. Durante la prossima udienza fissata per il 23 maggio deporranno tre per l’accusa e tre per la difesa.

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