La Nuova Sardegna

Oristano

Bosa, vincoli idrogeologici vertice con Maninchedda

di Alessandro Farina
Bosa, vincoli idrogeologici vertice con Maninchedda

L’assessore regionale ai Lavori pubblici convoca gli amministratori comunali Il sindaco Mastino: «Capiremo che spazi ci sono per una ridefinizione dei divieti»

03 marzo 2017
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BOSA. Quattro fronti aperti nella partita dei limiti idrogeologici imposti dal Pai e dal Piano stralcio. Quattro fronti nella battaglia intrapresa dal Comune per la realizzazione delle opere a protezione della città dalle ipotetiche alluvioni del Temo, a cui aggiungere il tema della valorizzazione del fiume.

Il primo fronte è contrappone alla Regione e punta alla mitigazione dei vincoli. Ci sono poi le difficoltà delle opere da realizzare nell’area agricola e urbana assegnate dalla Regione al Comune, quindi la vertenza con l’Enas sul progetto di collaudo della diga di Monte Crispu e infine il lancio del “Contratto di Fiume” nel territorio dalle fonti alla foce del Temo. Questi gli impegni che si è imposta l’amministrazione, visto il fitto calendario di incontri annunciato dal sindaco Luigi Mastino per i prossimi giorni. «L’assessore regionale ai lavori pubblici, ci ha convocati a Cagliari per valutare insieme ai tecnici regionali situazione e possibili soluzioni. Potremo capire che spazi ci sono per una ridefinizione dei vincoli Pai e Psff, alla luce delle opere già realizzate. Proporremo poi oltre alla difesa passiva, derivante dai vincoli, che la città possa mettere in atto anche una difesa attiva, con particolari azioni vincolanti per i privati in caso di allerta arancione» spiega Mastino.

Le novità però non si fermano qui: «Ho inviato ai sindaci dei comuni del bacino idrografico del Temo una proposta di incontro a Bosa, martedì per discutere del Contratto di fiume. Uno strumento che prevede azioni dal basso, non solo in tema di rischio idrogeologico, ma soprattutto di valorizzazione dell'asta fluviale».

Mossa che consente di guardare verso la fascia a Nord Est dell’isola, in direzione, oltre Planargia, di Padria, Mara, Romana, Villanova Monteleone, Roccadoria, fino a Bonorva e Semestene. Sul piano locale resta invece l’impegno nella progettazione e realizzazione delle opere di mitigazione: a partire dalla prosecuzione del banchinamento, realizzazione di argini, protezione della sponda sinistra a Sas Conzas. C’è poi la lettera inviata ad Enas per l’avvio del collaudo della diga di Monte Crispu, vero nodo da sciogliere per la formale attenuazione dei vincoli.

Limitazioni che coinvolgono anche la programmazione urbanistica ed economica, ancora nel pieno di una crisi certificata dalla fuga dei più giovani e da liste di disoccupazione sempre a tre zeri. Una modifica delle regole potrebbe portare novità positive.

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