La Nuova Sardegna

Oristano

L’indagato al giudice: «Non ho partecipato alla rapina del 2015»

di Enrico Carta
L’indagato al giudice: «Non ho partecipato alla rapina del 2015»

Ghilarza, in carcere per l’aggressione alla gioielliera L’accusato chiede la revoca della custodia cautelare

28 febbraio 2017
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GHILARZA. Michael Sortino non risponde all’interrogatorio, ma nemmeno resta in silenzio. Sceglie le dichiarazioni spontanee e dice che lui non era a Ghilarza il 23 dicembre del 2015. Non sa spiegare la presenza del suo profilo genetico inidividuato sul tratto di nastro isolante utilizzato per immobilizzare la vittima, ma ha una certezza: non è l’autore della rapina che fruttò un bottino di 700 euro. L’ha ripetuto al giudice per le indagini preliminari, Annie Cecile Pinello, che venerdì l’aveva mandato in carcere firmando il provvedimento di custodia cautelare. C’è infatti un problema rispetto alla versione fornita da Michael Sortino durante l’interrogatorio di garanzia e quel problema non è dato solo da quella traccia di dna, ma da una serie di prove raccolte in oltre un anno di indagini.

Quello eretto dal pubblico ministero Armando Mammone che ha coordinato i carabinieri della Compagnia di Ghilarza e del Nucleo investigativo è un muro insormontabile per l’indagato. Il ventenne di Mamoiada prova a scalarlo nel tentativo di uscire subito dal carcere di Massama dov’è stato rinchiuso subito dopo l’arresto avvenuto venerdì scorso quando il giovane stava per uscire di casa e passare una giornata in allegria per i festeggiamenti del carnevale saltati all’ultimo momento per un motivo che evidentemente non aveva previsto.

Una volta rilasciate le spontanee dichiarazioni, l’interrogatorio di garanzia si è concluso con la richiesta di revoca della misura cautelare formulata dall’avvocato difensore Luigia Pirisi. Il giudice ha preso tempo e nei prossimi giorni scioglierà la riserva.

Sarebbe un’eventualità che potrebbe annientare l’inchiesta, ma ovviamente resta da vedere se la richiesta verrà accolta. Gli inquirenti dormono sonni tranquilli, convinti che il castello accusatorio sia ben solido. Per loro il dubbio è già stato cancellato dai tanti elementi raccolti che dicono che Michael Sortino era uno dei rapinatori che il 23 dicembre 2015 attese il rientro a casa della gioielliera per immobilizzarla, impossessarsi della borsa e dei 700 euro prima di prendere la via della fuga.

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