La Nuova Sardegna

Oristano

Gli ultimi gioielli di Mont ’e Prama arrivano al museo

di Piero Marongiu
Gli ultimi gioielli di Mont ’e Prama arrivano al museo

Cabras, inaugurazione per la mostra temporanea Esposti i due modelli di nuraghe di altissimo valore

24 febbraio 2017
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CABRAS. Mont ’e Prama continua a restituire preziose informazioni sul suo passato, che gli studiosi, con la prudenza che in questi casi è sempre d’obbligo, non esitano a definire di grandissima importanza. Di fronte all’assessora regionale alla Cultura Claudia Firino, nel museo civico di Cabras sono stati esposti, in una mostra temporanea, gli ultimi reperti restituiti dal sito archeologico più importante del Mediterraneo. Sono due modelli di nuraghe, uno dei quali quasi intatto, rinvenuti durante i saggi effettuati tra novembre e dicembre 2016 nei terreni privati adiacenti al sito, numerosi frammenti di un vaso che gli archeologi hanno ricomposto quasi interamente e altri reperti che il sito ha restituito durante la campagna di scavi 2014-2015.

«La mostra temporanea – ha detto Claudia Firino – restituisce alla collettività importanti reperti dell’ultima campagna di scavi. L’inaugurazione è l’occasione per ricordare quale patrimonio di ricchezza storica e culturale rappresenti il sito di Mont ’e Prama per la Sardegna e il mondo. La Regione ha investito da subito per il potenziamento e lo sviluppo dell’area».

La firma dell’accordo di programma quadro tra Regione, Soprintendenza e Comune ha garantito tre milioni e già in primavera sarà possibile vedere la fine dei lavori di ampliamento del museo. A breve dovrebbe poi partire il piano di comunicazione per promuovere il sito a livello internazionale.

L’archeologo Alessandro Usai, responsabile del sito per conto della Soprintendenza non ha dubbi: «Gli ultimi ritrovamenti, in particolare uno dei due modelli di nuraghe, il cui stato di conservazione è spettacolare per la finezza degli elementi decorativi perfettamente visibili, sono di importanza straordinaria. Invitotutti a uscire dalla semplice visione della bellezza dei reperti, questi sono documenti importanti che ci consentono di leggere la realtà del sito. E, nel caso dei modelli di nuraghe, non dobbiamo dimenticare che essi sono stati rinvenuti coricati, a una distanza di circa dodici metri dalla necropoli, anche se sulla stessa linea stradale».

Gli scavi, ai quali dovrebbero partecipare anche le Università di Cagliari e Sassari, e alcuni detenuti del carcere di Massama, dovrebbero riprendere tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. Mentre dell’inizio dell’opera di restauro dei reperti esposti ieri, non si sa nulla. «Dipende da diversi fattori – ha detto Alessandro Usai –. Non ultimo quello economico». Soddisfazione è stata espressa dal sindaco Cristiano Carrus e dall’assessora comunale alla Cultura Fenisia Erdas, al momento del taglio del nastro che inaugurava la nuova esposizione.

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