La Nuova Sardegna

Oristano

Vertenza latte ovino, assemblea a Busachi

di Maria Antonietta Cossu
Vertenza latte ovino, assemblea a Busachi

Il Movimento pastori Sardi incontra gli allevatori e si appella alla Regione «Ritirare le giacenze avvantaggia solo i trasformatori, sì al contributo diretto»

10 febbraio 2017
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BUSACHI. Svalutazione del prezzo del latte, diversificazione della produzione e tempi biblici delle procedure per l’erogazione dei premi comunitari: sono i nodi affrontati nel corso di un affollato incontro pubblico che l’altra sera ha riunito nel Centro servizi sociali decine e decine di allevatori busachesi e dei paesi vicini, una delegazione del Movimento pastori sardi, alcuni rappresentanti del Comune e della Regione. L’attenzione del consesso si è focalizzata sui temi più caldi della vertenza in atto, in primis il deprezzamento della materia prima, le questioni della sovrapproduzione del pecorino romano e il calo della domanda del mercato lamentato dagli industriali. Fortunato Ladu, uno dei leader storici del MpS ha enunciato i punti fermi della rivendicazione del coordinamento MpS, che sollecita la Regione ad azioni incisive per garantire un beneficio diretto ai pastori dal ritiro delle rimanenze di pecorino romano, considerato dalla base una misura destinata ad avvantaggiare il solo mondo della trasformazione. Il centrosinistra ha approvato in Consiglio regionale uno stanziamento di 14milioni di euro per ritirare dai caseifici le partite invendute di formaggio e, allo stesso tempo, per contribuire a innalzare almeno fino a 80 o a 90 centesimi di euro il prezzo pagato ai produttori per ogni litro di latte. Il movimento di Felice Floris chiede invece misure dirette con l’inserimento in bilancio di un contributo di venti centesimi al litro al pastore per ogni litro di latte prodotto nella campagna precedente, oltre che l’anticipazione di tutti i pagamenti del 2017. Questione altrettanto sentita è stata quella relativa ai ritardi nella concessione dei fondi ritenuti di vitale importanza per compensare gli investimenti aziendali e i costi di produzione che un prezzo poco remunerativo della materia prima non riesce a coprire. Per questa ragione la necessità di sostituire le funzioni di Agea con un organismo di emanazione regionale si fa sempre più impellente. A questo proposito il consigliere regionale Antonio Solinas ha annunciato che stanno per essere sbloccati i pagamenti e che la Regione intende dotarsi di un ente pagatore proprio. «Se crolla il settore agropastorale assisteremo a un ulteriore impoverimento economico e demografico del nostro territorio perché se fallisce molta gente abbandonerà le campagne e i nostri paesi. Va sostenuto», ha raccomandato il sindaco Giovanni Orrù.

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