La Nuova Sardegna

Oristano

Donazione degli organi, si impara a scuola

Donazione degli organi, si impara a scuola

A Bonarcado un’iniziativa per coltivare la cultura del dono e capirne sin da bambini l’importanza

09 febbraio 2017
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BONARCADO. Un opuscolo strutturato come una favola, scritto con grande sensibilità e con il linguaggio semplice, accattivante e immediato, quello capace di catturare immediatamente l’attenzione dei bambini, per parlare di un tema: la donazione degli organi. A redigerlo è stata Laura Mastinu, insegnate della scuola primaria di Bonarcado, dipendente dell’Istituto comprensivo di Santu Lussurgiu, diretto da Giuseppe Scarpa. Il titolo: “Educare al dono di sé. Il cuore nel pallone”. La storia narrata è quella di un bambino, Edo, nato con una grave malformazione cardiaca che gli impedisce di fare le cose che tutti i bambini devono poter fare: giocare. Edo ama il calcio, vorrebbe praticarlo insieme ai suoi amici nella squadra dei pulcini e sogna di diventare un grande campione. Ha bisogno di un cuore nuovo per vivere una vita normale, quindi viene messo nella lista di attesa per il trapianto. Poi, finalmente, un giorno arriva la chiamata: c’è un cuore compatibile. Viene eseguito il trapianto e per Edo inizia una nuova vita.

Una storia forte raccontata ai bambini delle ultime classi della scuola primaria e delle tre classi delle secondarie dal regista Giacomo Casti, accompagnato nella narrazione dalle musiche di Francesco Medda. «Il dare agli altri – si legge nell’opuscolo – è un arricchire anche se stessi”. Ed è con questo spirito che gli insegnanti dell’Istituto comprensivo lussurgese trasmettono ai giovani alunni la cultura del “dono”. Dietro un trapianto c’è sempre un evento tragico, costato la vita a qualcuno. Donare però significa anche continuare a vivere attraverso un’altra persona. «Il dono di sé – è stato detto – è un atto di grande generosità, gratuito e volontario, che aiuta a salvare un’altra vita». In Italia attualmente ci sono oltre settemila persone che hanno bisogno di un trapianto, ma se ne effettuano soltanto 1.700. «Io sono stato trapiantato di fegato nel 2006 – dice Giovanni Giuseppe Sanna, presidente della Sezione Aido di Cuglieri – . La Sezione porta il nome di “Mario Fodde”, un donatore di organi deceduto all’età di 41 anni a causa di un ictus. Da molti anni siamo impegnati a sensibilizzare le persone circa l’importanza della donazione degli organi. Spesso andiamo nelle scuole, proponiamo progetti che parlino della donazione agli insegnanti, parliamo con le persone». Molto si è fatto finora, ma molto ancora rimane da fare. Ben vengano quindi le iniziative come quelle portate avanti dall’Istituto Comprensivo lussurgese, che hanno trovato un’ottima sponda anche nell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Franco Pinna.

Piero Marongiu

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