La Nuova Sardegna

Oristano

La riforma degli enti locali che non piace ai sindaci

di Roberto Petretto
La riforma degli enti locali che non piace ai sindaci

Un primo bilancio dodici mesi dopo l’approvazione della legge regionale Ostacoli da difficoltà di interpretazione e attribuzione di competenze

17 gennaio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Tra pochi giorni compirà un anno: la gestazione fu molto più lunga e forse è presto per dare giudizi definitivi. Ma in questi 12 mesi gli amministratori dei nostri paesi hanno avuto per le mani il nuovo strumento della legge di riforma degli enti locali e si sono fatti un’idea.

Prevale, per un motivo o per l’altro e secondo argomentazioni che mutano a seconda del contesto e della collocazione politica, un giudizio non positivo. Il più critico tra i sindaci intervistati, che comunque sono solo un piccolissimo campione di quelli che operano in provincia, è Cristiano Carrus, primo cittadino di Cabras: «Noi per dare vita alla nuova Unione del Sinis abbiamo dovuto lottare tanto. Non sono stati passaggi leggeri. Abbiamo trovato degli ostacoli burocratici e altri che forse potrei definire politici». Carrus ripercorre anche la difficile fase di preparazione della legge: «Ricordo che quando l’assessore Paci venne a Oristano a illustrare la riforma, ci disse che i Comuni in 20 giorni avrebbero dovuto fare una serie di cose. Obiettai che la Regione si era presa quasi due anni di tempo per fare una riforma e ora chiedeva a noi di avere tempi rapidissimi». Le perplessità, alla prova dei fatti, per Carrus sono rimaste: «la legge presenta difficoltà di interpretazione di attuazione difficili da superare. L’accordo con Oristano per la Rete urbana, ad esempio, è rimasto senza risposta da parte della Regione. noi abbiamo deciso così di puntare su una nostra Unione dei Comuni e stiamo andando avanti pur tra mille difficoltà. Semplificazione e risparmio? Al momento posso dire con certezza solo una cosa: la burocrazia, che sarebbe dovuta diminuire, è stra-aumentata».

Più prudente Alessio Mandis, sindaco di Gonnostramatza e segretario provinciale del Pd: : «Per quanto ci riguarda stiamo cercando di dare corpo alla nuova Unione. Ci stiamo riuscendo perché la nostra è una realtà molto piccola. Per altre realtà più complesse non si può dire altrettanto. Ma è difficile stabilire se il modello giusto sia il nostro o quello di Unioni più articolate. Ci sono delle incertezze che ancora non si è riusciti a definire. Al momento non saprei proprio dare un giudizio sulla riforma. Servirà di certo uno sforzo importante, ma per capire con esattezza i problemi e individuare eventuali correttivi saranno necessari anni».

Sul banco dei critici si siede invece Anita Pili, sindaco di Siamaggiore: «La Regione aveva preso l’impegno di darci una mano per la parte contrattuale dei servizi da gestire in forma associata. Noi, ad esempio, siamo confluiti nella nuova Unione dei Fenici, ma il servizio di raccolta differenziata è rimasto in carico alla vecchia Unione. Insomma, ci sono delle difficoltà tecniche a cui la Regione non ha ancora dato risposte». Non si sono ancora visti dei benefici sui costi dei servizi: «Risparmi? È presto per dirlo. La nostra esperienza di servizi associati è negativa. Quando gestivamo la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti da soli avevamo un costo inferiore del 30 per cento. Ora abbiamo approvato il bilancio, ma senza il piano tariffario della Tari perché non conosceremo il costo sino a che non verrà esperito l’appalto con i nuovi Comuni».

Sandro Broccia: sindaco di Mogoro e ex assessore della Giunta Soru, è critico, ma per un’altra ragione: «Premetto che forse la mia posizione potrebbe apparire in controtendenza, ma a me non piace questa legge solo perché avrei preferito la versione originaria predisposta dalla Giunta e non quella modificata dal Consiglio. Credo che il progetto originario, che ad esempio costringeva i Comuni sotto i 10mila abitanti a svolgere alcuni servizi in forma associata, sarebbe stato più utile contro lo spopolamento. Oggi quell’obbligo non c’è, ma nella nostra piccola Unione stiamo comunque cercando di perseguire quegli obiettivi. Siamo facilitati dall’essere una piccola realtà, con appena 7.400 abitanti, di cui 4.200 a Mogoro. Noi continuiamo a perseguire l’obiettivo dei servizi in forma associata: trasporti scolastici, vigilanza urbana, rifiuti, sviluppo».

Il blitz

Sassari, controlli dei Nas in tutta l’isola: sequestrati 855 chili di uova e colombe di Pasqua scadute o conservate tra i topi

Le nostre iniziative