La Nuova Sardegna

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Per l’Unione dei Comuni si profila lo scioglimento

BOSA. Campane a morto per l’Unione dei Comuni Planargia-Montiferru Occidentale. A suonare i primi rintocchi di quello che potrebbe essere un drastico epilogo per l’ente territoriale che riunisce...

28 dicembre 2016
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BOSA. Campane a morto per l’Unione dei Comuni Planargia-Montiferru Occidentale. A suonare i primi rintocchi di quello che potrebbe essere un drastico epilogo per l’ente territoriale che riunisce undici centri sulla fascia centro occidentale della Sardegna è il sindaco di Suni Demetrio Cherchi. «O si cambia rotta oppure liberi tutti», tuona dopo l’assemblea celebrata ieri sera. Andata per l’ennesima volta semi deserta, considerato che si sono presentati appena quattro sindaci: di Bosa, Suni, Tresnuraghes e Tinnura. Situazione che per Cherchi, tenendo conto di altre criticità più volte emerse nel dibattito amministrativo locale, è ormai intollerabile. «C’è una situazione drammatica sul fronte del personale, visto che il sindaco di Magomadas ha annunciato che non invierà più il ragioniere, ad esempio. Mentre Scano Montiferro, Sennariolo e Sagama hanno già manifestato l’intenzione di voler lasciare questa Unione, per approdare in altro territorio ritenuto più vicino culturalmente» il panorama tratteggiato da Demetrio Cherchi, in aggiunta alla questione della defezione partecipativa di diversi comuni alle assemblee. «L’indirizzo a questo punto è di fissare alle 16 del trenta dicembre un’assemblea straordinaria: per prendere atto della reale composizione dell’Unione, alla luce della possibile uscita di Scano, Sennariolo e Sagama. Poi bisogna vedere se gli altri otto enti vorranno continuare il percorso. Altrimenti, per quanto mi riguarda, ognuno farà le scelte che riterrà opportune, io di sicuro». Una presa di posizione decisa. «Io non voglio continuare così, o si cambia registro o Suni andrà via. Ho tre anni di mandato davanti a me, il territorio ha necessità urgente della collaborazione dell’Unione per i servizi associati, e poi ci sono tante possibilità economiche che possono sollevare gli enti locali da molti problemi ma non vengono utilizzate. Perché non c’è volontà politica da un lato e carenza di personale dall’altro», rimarca Demetrio Cherchi. Che conclude : «Tutti hanno paura di dire le cose come stanno: ma occorre guardarsi in faccia, fare un bagno di umiltà e prendere decisioni per il territorio. Altrimenti è meglio percorrere altre strade. Quali, vedremo».(al.fa.)

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