La Nuova Sardegna

Oristano

Smantellato il market della droga

di Roberto Petretto
Smantellato il market della droga

Sei arresti e due obblighi di dimora dopo un’indagine della squadra mobile iniziata a gennaio da una ricarica telefonica

18 dicembre 2016
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ORISTANO. Per un motivo che gli investigatori non hanno voluto svelare, come molti altri particolari dell’indagine, l’operazione è stata battezzata “Campovolo”: all’alba di ieri mattina uomini della squadra mobile della questura di Oristano, coordinati dal vicequestore Dario Mongiovì, insieme ai colleghi della squadra mobile di Cagliari, con l’aiuto del personale della questura, del Reparto prevenzione crimine di Abbasanta, delle Unità cinofile e il supporto aereo del 7° reparto volo della polizia di stato hanno eseguito tre misure cautelari in carcere, due arresti domiciliari e due obblighi di dimora per smantellare una rete allestita con lo scopo di spacciare cocaina, haschish e marijuana.

I nomi. Gli inquirenti hanno fornito solo le iniziali delle persone ritenute responsabili del giro di spaccio di droga. Attraverso altre fonti è stato possibile accertarne solo alcuni. I due protagonisti principali sono Mirko Medda, 38 anni di San Nicolò Arcidano, considerato il soggetto più scaltro e influente del gruppo, con contatti anche con la malavita organizzata della penisola. L’altra figura di spicco dovrebbe essere quella di Federico Ligia, 26 anni, di Riola Sardo. La terza persona finita in carcere è un cagliaritano di 40 anni, C.M. le iniziali del suo nome. Questi tre sono gli unici con precedenti. Ai domiciliari invece Emanuele Manai, di 44, di San Nicolò d'Arcidano, e M.F., di 30, di Nurachi. Solo obbligo di dimora, invece, per un 35enne di San Vero Milis, P.D., nella cui abitazione sono stati trovati 20 grammi di marijuana e 5 di hashish, e un 24enne, C.N., di Baratili San Pietro.

La perquisizione e l’arresto. Durante un’ulteriore perquisizione a Nurachi un 24enne del paese, I.N., è stato arrestato in flagranza di reato perché trovato in possesso di oltre un chilo di hashish, più di due grammi di coca e mezzo grammo di marijuana.

L’avvio dell’indagine. Alcuni dettagli dell’indagine sono stati illustrati ieri mattina, nel corso di una conferenza stampa, dal procuratore della Repubblica, Ezio Domenico Basso, dal vicequestore vicario, Michele Abenante, e dal capo della squadra mobile, Dario Mongiovì. Un’indagine partita nel mese di gennaio dopo un controllo effettuato in una discoteca di Cabras, “Vision club”, i cui titolari sono del tutto estranei alla vicenda. Gli agenti della squadra mobile trovarono quattro bustine di canapa indiana sotto un tavolino nel piano rialzato del locale, della cocaina e dell’altra canapa indiana nel locale fumatori, il tutto nascosto dietro un posacenere. Altra cocaina venne trovata vicino alla consolle della sala e in un pacchetto di sigarette che conteneva anche una ricevuta di una ricarica telefonica. Da quel numero di utenza partirono una serie di verifiche poi si sono rivelate decisive.

La rete. Vennero disposte intercettazioni e pedinamenti che misero in luce una serie di frequentazioni tra fornitori, spacciatori e consumatori. La droga veniva acquistata a Cagliari da Mirko Medda e smistata attraverso l’organizzazione nei centri dell’oristanese. C’era chi aveva il compito di effettuare le consegne, il 30enne di Nurachi, anche attraverso mezzi agili come una bicicletta. Chi doveva nascondere la merce in posti sicuri: in alcuni casi sotto dei massi in terreni di campagna di ignari proprietari. C’era chi metteva a disposizione la propria abitazione come deposito (il caso del 35enne di San Vero Milis, chi aveva il ruolo di autista e spacciatore per conto di Ligia (il 24enne di Baratili San Pietro).

Il tenore di vita. Quasi tutti i protagonisti dell’inchiesta non avevano un lavoro vero e proprio, eppure tenevano un tenore di vita agiato. Alcuni hanno dimostrato una certa scaltrezza nel tentare di occultare e depistare. Per gli inquirenti è stato poi difficile ricostruire la rete di amicizie e frequentazioni, perché quasi tutte le persone coinvolte nell’indagine non avevano precedenti e quindi non erano note alle forze dell’ordine.

Il market dello spaccio. L’organizzazione era in grado di soddisfare le diverse esigenze del mercato. Dopo il primo arresto la polizia aveva sequestrato 50 piante di marijuana, ma le indagini sono proseguite. Gli inquirenti hanno sequestrato cocaina (6 grammi) un chilo e 400 grammi di hashish e 558 grammi di marijuana. Secondo gli inquirenti l’aspetto importante dell’operazione non sta tanto nelle quantità sequestrate, ma nella dinamica accertata. «Non siamo di fronte alla cosiddetta “droga parlata” - ha detto il vicequestore vicario Michele Abenante -, ma a riscontri precisi che sostengono il quadro delle accuse».

Per ora non c’è l’ipotesi di associazione a delinquere, ma l’indagine non è conclusa.

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