La Nuova Sardegna

Oristano

Polemiche ancora vive l’Ardia cerca la nuova pace

di Maria Antonietta Cossu
Polemiche ancora vive l’Ardia cerca la nuova pace

Sedilo, incontro fra organizzatori, Comune e cavalieri della manifestazione Anche il parroco nel tavolo dei mediatori. Criticata l’ordinanza sulla sicurezza

11 dicembre 2016
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SEDILO. Prove tecniche di dialogo tra le varie componenti dell’Ardia. Cinque mesi dopo l’edizione contrassegnata dalle polemiche sull’attribuzione delle responsabilità in ordine all’applicazione e al rispetto delle prescrizioni dell’ordinanza Martini, promotori, organizzatori e mattatori della corsa equestre si sono incontrati per discutere e analizzare i problemi legati al controverso aspetto della sicurezza.

Il confronto è andato in scena venerdì notte su invito del parroco don Battista Mongili, cui ha risposto una quarantina di cavalieri. L’iniziativa, promossa d’intesa con l’associazione Santu Antinu e il Comune, ha dato la stura a un dibattito da più parti giudicato propositivo, sebbene permangano i giudizi critici e le forti riserve di una parte dei cavalieri sui contenuti e sulle modalità di attuazione della normativa. Alcuni di essi si sono mostrati molto critici su alcuni precetti dell’ordinanza ministeriale, percepita come un’imposizione dall’alto.

Uno degli aspetti più discussi riguarda i controlli veterinari. «I cavalli sono curati e controllati tutto l’anno e nessuno più dei loro proprietari può giudicare se sono idonei alla corsa», è il convincimento espresso da diversi cavalieri. Altri hanno ammesso di non condividere certe regole, ma di rispettarle comunque. Tuttavia pare siano stati in pochi ad arroccarsi su posizioni così rigide da non ammettere aperture. Tornare sulla questione a distanza di tempo dagli incidenti e dalle polemiche che hanno turbato il clima della festa, con gli animi più distesi e con largo anticipo sulla prossima edizione dell’Ardia, può forse aver dato modo di offrire e chiedere collaborazione nella prospettiva di trovare terreno fertile per affrontare problemi annosi.

Don Mongili si è appellato al senso di responsabilità delle parti per cercare punti d’incontro e soluzioni condivise, anche nell’ottica d’instaurare un rapporto diverso con le istituzioni che sovrintendono alle norme sulla sicurezza. L’intento perseguito è stato dunque quello di mettere da parte le contrapposizioni per intraprendere un percorso comune finalizzato a un unico obiettivo: conciliare la salvaguardia della tradizione con le regole sulla sicurezza e con la tutela di tutti i soggetti con in capo delle responsabilità. Il cammino è lungo ma secondo qualcuno ci sono i margini per un cambio di rotta. «Questo è stato un primo approccio, ma c’è già stato un riscontro della volontà comune di ragionare attorno ai problemi», ha commentato il presidente dell’associazione Santu Antinu, Giuseppe Spada. Dello stesso tenore le considerazioni del sindaco Alessio Petretto, che si è detto fiducioso sul fatto che condividendo le responsabilità certe criticità possano essere limate.

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