La Nuova Sardegna

Oristano

Investe un carabiniere in bici e scappa

di Enrico Carta
Investe un carabiniere in bici e scappa

Caccia all’auto: il guidatore rintracciato dopo 2 ore. È un 23enne di Baratili accusato di lesioni colpose e omesso soccorso

10 dicembre 2016
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NURACHI. L’auto sorpassa. Forse c’è il sole che impedisce all’automobilista di vedere, forse va veloce. Non scorge di fronte a sè il ciclista Massimo Pintori che pedala spedito per concludere il proprio giro. Lo centra e lo fa finire a terra. Si teme il peggio, ma fortunatamente il peggio non arriva. Massimo Pintori, carabiniere di Florinas in servizio alla stazione di Milis, è appena finito a terra quando l’Audi A3 che l’ha investito scappa. Chi guida schiaccia il pedale dell’acceleratore e lascia il ciclista ferito in terra.

L’altra auto che passava in quel momento sulla strada 292 nel tratto che da Oristano porta a Nurachi si ferma. Vengono chiamati i soccorsi e il ciclista finisce all’ospedale. La paura passa proprio al San Martino: i traumi sono vari e pesanti, ma alla fine nessuno di questi è preoccupante. Il carabiniere se la cava con la frattura a un braccio e altre lesioni meno importanti per un totale di trenta giorni di cure. Sono circa le 10 del mattino quando altri carabinieri iniziano la loro serrata indagine. Sono quelli della stazione di Riola Sardo coordinati dal maresciallo Raimondo Orgiu assieme ai loro colleghi della stazione del capoluogo.

Cercano un’Audi e immediatamente hanno due sospettati. La prima auto è regolarmente parcheggiata e non ha danni. La seconda è di un ragazzo di 23 anni di Baratili San Pietro, G.V. Dapprima nega, dice che non sa dove sia l’auto, poi deve arrendersi e conferma tutto. Porta i carabinieri nelle campagne di Oristano dove l’ha abbandonata per cercare di sviare le indagini, quindi finisce in caserma dove, assieme all’avvocato Silvia Addis, vengono ricostruite la dinamica dell’incidente e le fasi successive ad esso con la fuga che rischia di costare carissima al ragazzo. Il sequestro della patente è il primo atto, ma il più pesante è la denuncia che scatta inevitabile.

G.V. resta a piede libero anche se le prospettive non sono delle migliori. I reati contestati sono tre e si parte dalle lesioni colpose per proseguire con la fuga in seguito ad incidente stradale concludendo quindi con l’omissione di soccorso. Naturalmente bisogna aspettare il corso delle indagini, anche se i primi rilievi lascerebbero spazio a pochi dubbi. Servirà una perizia tecnica per stabilire quel che è accaduto al momento dello schianto. Va valutata la possibilità che il sole abbia abbagliato l’automobilista e non gli abbia consentito di vedere il ciclista, tenendo conto del fatto che il sorpasso è stato effettuato in un rettilineo. Cos’è accaduto subito dopo e perché G.V sia scappato è una risposta che può dare solo il ragazzo.

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