La Nuova Sardegna

Oristano

Da Scano fino all’Himalaya Sfida di un giovane con se stesso

Da Scano fino all’Himalaya Sfida di un giovane con se stesso

SCANO MONTIFERRO. Questa è la storia di Francesco Frascaro, 31 anni, di Scano di Montiferro da poco rientrato da una spedizione sull’Himalaya Nepalese. Francesco confessa di aver avuto sin dalla più...

10 dicembre 2016
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SCANO MONTIFERRO. Questa è la storia di Francesco Frascaro, 31 anni, di Scano di Montiferro da poco rientrato da una spedizione sull’Himalaya Nepalese. Francesco confessa di aver avuto sin dalla più tenera età il sogno di “fuggire” verso posti molto lontani per spirito di avventura e per “ricercare se stesso”. Durante il corso di studi universitari compiuti ad Alghero ha sempre usufruito ben volentieri di esperienze come Erasmus; «Ora era arrivato il momento di togliere il mio sogno dal cassetto e metterlo in pratica – afferma Francesco – quindi mi sono messo alla ricerca di un percorso giusto per me, cercando su internet ho visto che il Nepal era una delle mete più consigliate per questo tipo di percorso. Sono riuscito a trovare un gruppo di persone, provenienti da diverse parti d’Italia, che erano pronte a partire, mi sono deciso a prendere coraggio». Il gruppo di persone si è ritrovato a Katmandu da qui si sono diretti all’aeroporto di Lukla e da lì è iniziato il percorso a piedi; «inizialmente il percorso sembrava non così nemico poi mano a mano che salivamo iniziava a presentarsi sempre più acerbo e faticoso – acconta Francesco – dove ti senti solo con te stesso e dove anche il tuo organismo inizia a chiederti di più, anche se puoi sempre contare sull’appoggio dei tuoi compagni di viaggio e delle guide che ti accompagnano costantemente». Inizialmente erano partiti in dodici, poi sono arrivati solo in tre fino alla cima del terzo passo e Francesco è orgoglioso di essere stato tra questi ultimi, affermando di essere spinto da una forza interiore a voler arrivare al suo obiettivo: raggiungere la meta finale. Il percorso è stato compiuto in 21 giorni. «Con coraggio e forza ci siamo inoltrati nella remota regione del Khumbu, attraverso i tre passi di Renjo La, Cho La e Kongma La, fino alla scalata sulla cima del Kala Pattar, a 5545 metri di altitudine, da qui ho potuto ammirare i giganti Himalayani in tutta la loro immensa grandezza. Il Monte Everest, il Pumori, il Nupse, il Lhotse e l’Ama Dablan, tutti insieme in un bianco paradiso. Le temperature raggiungono i -20° ma essendo un clima molto secco e ventoso si percepisce un freddo molto più penetrante. Il rientro è stato un po’ traumatico, ma segnato da una percezione che nella vita bisogna essere molto umili e determinati; fondamentale è stata la presenza della guida che nei momenti di dubbio è riuscita a farmi credere di potercela fare fino in fondo. Durante la giornata penso spesso a questa avventura, a quello a cui ho rinunciato come i confort e la tecnologia che costantemente convivono con noi. Bellissimo è stato vedere e conoscere le popolazione del posto» conclude Francesco emozionatissimo delle sua esperienza e con una particolare luce negli occhi.

Angelica Manca

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