La Nuova Sardegna

Oristano

Il pecorino che guarda ai nuovi mercati

di Michela Cuccu

I cinquant’anni della Cooperativa allevatori oristanesi: una presenza importante nel panorama produttivo locale

19 novembre 2016
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ORISTANO. All’inizio erano in diciotto, allevatori, in maggioranza barbaricini, per la precisione di Fonni e Ovodda. Gli altri tre erano di Oristano, Sanluri e San Gavino e tutti volevano la stessa cosa: realizzare un caseificio in proprio per poter valorizzare al meglio il latte delle loro pecore. È nata così, mezzo secolo fa, la Cao formaggi, acronimo che sta per Cooperativa allevatori oristanesi, oggi la principale azienda privata del capoluogo.

I numeri confermano: 530 soci, 579 conferitori, distribuiti in 86 Comuni e non solo in provincia di Oristano. Il progetto lungimirante di quel primo consiglio di amministrazione, guidato nel 1966 da Mario Lugas è andato avanti, tanto che l’azienda oggi ha un fatturato di 30milioni annui, lavora oltre 22milioni di litri di latte all’anno, destinati a diventare, secondo le prospettive aziendali 30mila nel 2018 e 40mila nel triennio successivo, pari al dieci per cento dell’intera produzione di latte ovino della Sardegna.

Ieri la Cao ha festeggiato il suo cinquantesimo compleanno. Lo ha fatto nello stabilimento di Fenosu che ha rappresentato il grande passo in avanti se si considera che all’inizio, la cooperativa trasformava il suo latte in due stabilimenti dismessi da altre società: prima a Siamanna, successivamente all’ex 3C di Ghilarza. Storia e prospettive dell’azienda sono state proposte in una tavola rotonda coordinata da giornalista Franco Siddi, con la partecipazione, fra gli altri, del sottosegretario all’Agricoltura, Andrea Olivero e dell’assessore regionale Elisabetta Falchi.

Celebrazione in grande stile, con la medaglia del presidente del Senato consegnata dal senatore Ignazio Angioni e le targhe ricordo per i soci e i dipendenti più anziani.

La Cao,come ha detto nei saluti il sindaco, Guido Tendas «è una grande realtà che ha visto crescere l’agricoltura nel territorio». Renato Illotto, attuale presidente della Cao, ha spiegato come la cooperativa sia rappresentata dalle 700 famiglie dei soci e dei conferitori, che assicurano la materia prima di grande qualità, che diventa formaggio apprezzato anche all’estero. Sono 30 infatti, sono i Paesi di esportazione, come ha spiegato il direttore commerciale Simone Bussu «Non potevamo limitarci al solo mercato degli Usa, ma andare oltre. Oggi, il nuovo traguardo è la Cina». Il direttore industriale, Gavino Cao, ha spiegato come la cooperativa abbia da sempre puntato su crescita sostenibile e diversificazione dei prodotti.

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