La Nuova Sardegna

Oristano

san vero milis

Esposto in procura per la maxi discarica di vetro e bottiglie

di Enrico Carta
Esposto in procura per la maxi discarica di vetro e bottiglie

SAN VERO MILIS. La Convenzione di Ramsar dice che lo stagno di Is Benas e le sue aree limitrofe ricadono in una zona umida di importanza internazionale. Dell’enorme valore ambientale se ne accorgono...

24 ottobre 2016
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SAN VERO MILIS. La Convenzione di Ramsar dice che lo stagno di Is Benas e le sue aree limitrofe ricadono in una zona umida di importanza internazionale. Dell’enorme valore ambientale se ne accorgono in Europa, non se ne accorgono invece quei sanveresi che da tempo hanno individuato la zona come la pattumiera di casa (non) propria. L’articolo pubblicato ieri sulla Nuova scatena le reazioni immediate del Gruppo di intervento giuridico che, attraverso il suo presidente Stefano Deliperi, ha inviato un’istanza per avviare con urgenza la bonifica e cancellare lo scempio. Un campo nei pressi dello stagno di Is Benas è stato trasformato in una discarica abusiva ricolma di migliaia di bottiglie di vetro – tra l’altro l’unico rifiuto interamente riciclabile e il cui ciclo è inesauribile –. Il Gruppo di intervento giuridico si appella al Comune, al Corpo Forestale, ai Carabinieri del Noe e alla procura affinché nel più breve tempo possibile la zona sia ripulita.

Naturalmente la segnalazione è qualcosa di più di un semplice resoconto perché all’autorità giudiziaria, ma anche alle forze dell’ordine e all’amministrazione si chiede di intervenire per cercare di scoprire chi abbia osato tanto. Viene difficile credere che la discarica sia nata per l’incessante abbandono di rifiuti da parte di molte persone. Non sembra esattamente questo il caso in cui a rifiuto si accumula rifiuto gettato da mani diverse. Vista la tipologia di materiale e considerando che si tratta di migliaia di bottiglie verrebbe da pensare che qualche attività commerciale della zona abbia dribblato le prescrizioni della raccolta differenziata e abbia scelto la zona poco frequentata per scaricare i rifiuti accumulati col passare dei mesi. Ovviamente sono solo sospetti, ma di fronte a quanto documentato ormai ampiamente sia con le foto che con i video vien da pensare che sia stata un’unica mano a compiere il gesto come se si fosse di fronte a «un’attività di scarico organizzata quasi a livello imprenditoriale», dice il Gruppo di intervento giuridico. Naturalmente si tratta di un reato di tipo ambientale e perciò andrebbero perseguiti coloro che l’hanno commesso, anche se forse è tardi per risalire al o ai colpevoli. Qualche traccia però potrebbero averla comunque lasciata, anche se forse non tutti sono rifiuti dell’ultima ora. Secondo qualcuno la discarica è figlia di un lavoro che va avanti addirittura da anni. Più volte il caso Is Benas è stato sollevato da qualche segnalazione di cittadini, magari tramite le foto sui social network. Ma nulla e nessuno hanno fermato gli inquinatori che sono andati avanti impunemente.

Gran parte delle aree limitrofe alla marina sanverese come le saline di Sal ’e Porcus, Sa Salina Manna, Pauli Marigosa e lo stagno di Is Benas sono zone ad altissimo livello di tutela ambientale riconosciuto dalle istituzioni dell’Unione Europea. C’è chi però le scambia per una discarica.

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