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Oristano

Ricerca dell’acqua la società assicura: procedura consueta

di Maria Antonietta Cossu
Ricerca dell’acqua la società assicura: procedura consueta

Fordongianus, continuano le verifiche della Forestale Secondo la denuncia, il Tirso verrebbe inquinato dai residui

15 ottobre 2016
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FORDONGIANUS. Cessato il trambusto provocato dall’allarme inquinamento, ieri sono riprese le verifiche del Corpo forestale, che ha sentito anche i rappresentanti della Terme di Sardegna, committente della ricerca mineraria.

I rangers avevano già effettuato un sopralluogo giovedì in seguito alla segnalazione fatta da un cittadino, che si era detto pronto a investire del caso anche la Procura della Repubblica.

I controlli sono stati finalizzati ad accertare o escludere l’ipotesi di illecito. I forestali stanno verificando se nella relazione dei lavori approvata dalla Regione fosse prescritto l’uso di vasche di decantazione per la raccolta dei frammenti di roccia più piccoli piuttosto che lasciarli scorrere verso il fiume trascinati dall’acqua termale, come è stato fatto.

Questo sistema che ha provocato l’allarme inquinamento, secondo i responsabili del cantiere non ha nulla di anomalo. «Da anni la sorgente romana rilascia nel Tirso sette litri d’acqua al secondo», ha affermato il geologo Giovanni Mandis rimarcando che tra le due fonti non c’è differenza. Condizioni meteo permettendo, lunedì cominceranno le operazioni per riempire la cavità fino a isolare la vena più calda.

La trivella ha raggiunto i 150 metri sotto la superficie ma secondo i calcoli la profondità alla quale si attingerà l’acqua termale non supererà i 55 metri. «È a quel livello che abbiamo intercettato le temperature più alte, fra i 51 e i 52 gradi, e che il foro sarà tappato – ha spiegato Mandis –. A quel punto potremo determinare la reale portata delle acque termali e verificare se c’è interferenza tra questa fonte e quella di Caddas».

La Regione stabilirà la data delle prove di portata, che dureranno 48 ore. Escludendo intoppi di natura tecnica e burocratica, tra due mesi la stazione di pompaggio alternativa alla falda di Caddas dovrebbe entrare in funzione.

«È stata la Soprintendenza a imporcelo per preservare la sorgente del sito romano – ha tenuto a sottolineare Giovanni Mandis –. Questa ha subito un progressivo depauperamento passando dai 44,4 litri al secondo degli anni Sessanta ai diciotto attuali».

Sullo sfruttamento della risorsa termale non si concentrano unicamente gli interessi del privato, anche l’amministrazione pubblica è da tempo proiettata in tale direzione.

A giorni il Comune affiderà a un professionista l’incarico per uno studio preliminare «Finalizzato – ha spiegato il sindaco Serafino Pischedda – alla richiesta di una concessione mineraria per il Comune».

In attesa di questo passaggio l’ente continua a monetizzare l’uso della risorsa naturale da parte di terzi incamerando gli introiti della tassa di soggiorno, che negli ultimi dodici mesi ha fruttato 71mila euro. Risorse importanti. A questo proposito, il sindaco sottolinea: «Ancora devono essere programmate, ma continueremo a investire le somme in opere e in promozione turistica del territorio».

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