La Nuova Sardegna

Oristano

La richiesta dei sindaci: «Via il poligono dal lago»

di Simonetta Selloni
La richiesta dei sindaci: «Via il poligono dal lago»

Ghilarza, gli amministratori di 5 paesi ricevuti dalla commissione sull’uranio I commissari medieranno con i ministeri dell’Interno e Difesa per la bonifica

06 ottobre 2016
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GHILARZA. La commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito medierà con i ministeri della Difesa e dell’Interno per trasferire il poligono di tiro e bonificare i siti di Zuri e S’Aspru usati dal Caip in tempi diversi. Sono le dichiarazioni d’intento strappate dalla delegazione intercomunale in trasferta lunedì a Cagliari per manifestare la contrarietà alla presenza del campo di tiro in un’area d’ interesse naturalistico. Alla spedizione hanno partecipato i rappresentanti istituzionali di Ghilarza, Soddì, Sorradile, Abbasanta e Bidonì. La delegazione ha chiarito che a essere in discussione non è assolutamente il Centro di formazione professionale della Polizia dislocato ad Abbasanta ma l’opportunità di un presidio militare in zona Sic. Una coesistenza a loro avviso incompatibile con le politiche di tutela ambientale e di sviluppo turistico su cui puntano da tempo. La commissione presieduta da Gianpiero Scanu ha preso atto delle rivendicazioni e ha assunto formalmente l’impegno di avviare un’ interlocuzione con i dicasteri competenti. A perorare la causa c’erano anche Mauro Pili e Roberto Capelli, che hanno sollevato dubbi sulla legittimità della procedura seguita per consentire le esercitazioni a fuoco, mai accordate dalla Difesa ma autorizzate attraverso un’ordinanza di sgombero della prefettura. I due hanno anche prospettato soluzioni logistiche alternative come l’area del monte Sant’Antonio usata dall’esercito di Macomer o l’ex sito industriale di Bolotana. È stata affrontata solo marginalmente, invece, l’ipotesi di una contaminazione diversa da quella prodotta dalle armi convenzionali in uso alle forze di polizia. Alla commissione è stato riferito che il sito è frequentato anche da corpi dell’ esercito, dunque è certo l’uso di armi da guerra ma non si ha contezza della natura della fonte inquinante. A ogni modo i sindaci hanno lasciato il vertice con sensazioni positive. «L’ interessamento della commissione dà per la prima volta un senso alle problematiche di un’area in cui il lago riveste importanza fondamentale per il paesaggio, per l’agricoltura e per l’attività di potabilizzazione», ha dichiarato Pietro Arca. Il delegato di Bidonì ha apprezzato lo sforzo promesso dai parlamentari riguardo al risanamento dei siti militari. «Tutte le stazioni a valle del poligono monitorate per la mia tesi di laurea hanno rilevato una concentrazione di piombo molto più alta di quelle a monte», ha riferito Daniel Fadda. «La presenza di quel presidio blocca lo sviluppo turistico e ha un impatto sull’ambiente. È un bene che la commissione se ne occupi e che voglia vederci più chiaro». ha aggiunto Francesco Medde.

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