La Nuova Sardegna

Oristano

Non ci sarà lo scioglimento del Consiglio

di Roberto Petretto e Enrico Carta
Non ci sarà lo scioglimento del Consiglio

La Regione nominerà un commissario ad acta per l’approvazione degli equilibri di bilancio. Insorge l’opposizione

27 settembre 2016
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ORISTANO. Fine delle congetture, della costruzione di scenari possibili: non ci sarà alcuno scioglimento del consiglio comunale. La Regione manderà un commissario ad acta per l’approvazione degli equilibri di bilancio e la giunta Tendas, a meno di una mozione di sfiducia approvata dal Consiglio o se non si verificherà l’ipotesi di dimissioni in massa dei consiglieri, potrà continuare a governare la città sino alla scadenza del mandato. Per il momento non ci sono atti ufficiali, ma dall’assessorato regionale agli Enti locali trapelano queste indicazioni: nomina, già nella seduta di giunta in programma stamattina, di un commissario che approvi gli equilibri di bilancio. Il resto dell’attività della giunta Tendas non verrà toccata, almeno non dalla Regione.

È questo l’«intervento sostitutivo» che la Regione ritiene di dover applicare, interpretando l’articolo 193 del decreto legislativo che detta norme in materia di salvaguardia degli equilibri di bilancio degli enti locali. Il 5 settembre i termini erano stati riepilogati nel decreto firmato dall’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu. La mancata adozione del provvedimento, come nel caso di Oristano, comporta per l’ente locale l’applicazione della procedura prevista dal comma 2 dell’articolo 141 con la nomina di un commissario affinché lo predisponga d’ufficio per sottoporlo al Consiglio.

Sembra dunque che non ci sarà alcuna procedura di scioglimento, come sembra che la seduta di consiglio comunale di questa sera si terrà solamente per la surroga del consigliere Mariano Musu che deve prendere il posto della dimissionaria Giannella Urru. Verrebbe invece ritirato il punto all’ordine del giorno sull’approvazione degli equilibri di bilancio evitando a Tendas una nuova scivolata in aula o al consigliere Stefano Mureddu di votare quell’argomento che continua a essergli indigesto.

Così, dopo mesi di discussioni, di ricerche di accordi, di trattative, di accuse e difese, il risultato potrebbe essere meno eclatante di quello che ci si aspettava. Per quanto si sia in attesa dell’ufficialità, i commenti nell’arco politico oristanese si sono già moltiplicati. Da un lato la maggioranza difende la decisione della giunta regionale, dall’altro c’è l’opposizione che contesta e avanza scenari che portano verso le aule dei palazzi di giustizia.

Il capogruppo del Pd, Giuseppe Obinu parla di «Gesto corretto. Il Comune aveva il dovere di approvare gli equilibri di bilancio, ma non è riuscito a farlo nei tempi previsti. Per quanto invece riguarda il comportamento del Consiglio non ritengo corretto usare il voto sugli equilibri come un grimaldello per far saltare il sindaco». E non molto distante dal suo parere è quello di Peppe Lai, capogruppo di NoiOr: «Arriva il commissario ad acta? Va bene, almeno si esce da questa palude e possiamo provare ad andare avanti che è il dovere di chi governa. Ovviamente bisogna ritrovare i numeri, altrimenti si va a casa».

Dall’opposizione invece arrivano solo critiche. Come quelle di Andrea Lutzu (Pdl): «Mi chiedo se i funzionari la pensino allo stesso modo della giunta regionale. Hanno detto che gli equilibri erano equiparati al bilancio, per cui vien difficile giustificare il commissario ad acta e non lo scioglimento del Consiglio». Motivo per cui Marco Piras (Indipendente) dice: «Ci sono gli estremi per un esposto alla procura. L’azione non corrisponde al contenuto del decreto spedito al sindaco venti giorni fa». Mentre Giuliano Uras (Udc) auspica che si applichi la legge, «E comunque andranno a casa lo stesso perché gli equilibri non verranno approvati neanche dal commissario per la presenza di debiti fuori bilancio». Ma su questo punto l’assessore Giuseppina Uda è perentoria: «Il commissario ad acta verifica se le condizioni degli equilibri sono tali a quelle indicate nella delibera di approvazione del bilancio. Variazioni successive alla sua approvazione non interferiscono sulla valutazione del permanere degli equilibri. Il funzionamento dell’ente va sempre preservato».

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