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“Paolone”, l’inviato ai box: «Bello l’affetto perMarco»

“Paolone”, l’inviato ai box: «Bello l’affetto perMarco»

ORISTANO. Paolo Beltramo, “Paolone” per i tanti appassionati di moto, è stato a lungo l’inviato ai box del motomondiale per Sky. È un po’ come l’amico esperto che ha la fortuna di frequentare i...

29 agosto 2016
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ORISTANO. Paolo Beltramo, “Paolone” per i tanti appassionati di moto, è stato a lungo l’inviato ai box del motomondiale per Sky. È un po’ come l’amico esperto che ha la fortuna di frequentare i piloti e le squadre da corsa. Per questa sua dimensione da giornalista-amico, Beltramo riscuote tanto successo. Ieri, per scambiare quattro chiacchiere con lui, ospite del Super Sic Day, è stato necessario sottrarlo all’affetto dei fan che volevano un selfie con lui. «Nel lontano 1983 - racconta Beltramo -, quando Franco Uncini, allora campione del Mondo, ebbe un incidente a Assen, il lunedì mattina in ospedale c’erano diecimila disegni di bambini olandesi, tante testimonianze di affetto. Allora ho capito che non solo le corse, ma tutto quello che diverte, tutto quello che appassiona è importante. E mi è venuta un’illuminazione: per divertire bisogna per divertirsi. Io nel mio lavoro ci metto questo modo di fare: me ne frego un po’ della mescola degli pneumatici o della taratura delle sospensioni, però magari faccio una battuta col pilota. Lo intendo così, la gente sembra apprezzare e io posso dire di aver avuto un bel colpo di culo. Ho fatto diventare la mia passione il mio lavoro. Siamo dei privilegiati: c’è un sacco di gente vive vite che odia».

Al Super Sic Day la stessa passione che si trova nel Mondiale? «Sono tutti appassionati di moto. Qui ci sono un po’ i clan, ma per ridere. Qui in Sardegna ho visto che ci sono un sacco di ducatisti. Persone a cui piace molto il prodotto italiano. Ma poi ci sono anche quelli che dicono: “Io roba italiana non ne compro”. È divertente e comunque io lo vedo come un momento di unificazione. La passione di tutti in comune, il gusto di trovarsi, guardare le moto degli altri, far vedere la propria, magari incontrare qualcuno che vedi soltanto in queste occasioni. Poi in più, qui, c’è il fatto che è un’iniziativa per Marco. Ed è bello vedere che, dopo cinque anni, il suo ricordo è ancora così vivo».

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