La Nuova Sardegna

Oristano

Rivive l’antica arte del pane fatto in casa

Folla a Paulilatino per la manifestazione organizzata dalla Coldiretti: in funzione 12 forni

04 luglio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





PAULILATINO. L’ondata di calore che da giorni investiva l’ isola non ha fermato i visitatori che sabato si sono spinti sin dentro le antiche corti del centro storico dove ardevano le braci dei forni rimessi in funzione per la cottura del pane.

Dodici case padronali brulicavano di volontari intenti nella preparazione degli impasti che poi venivano fatti dorare nelle bocche incandescenti alimentate dal lentisco.

I forni sprigionavano una fragranza che rimandava a epoche lontane, quando era consuetudine presso ogni famiglia consumare “su pane fattu in domo”. La manifestazione organizzata dalla Coldiretti, che ha preso il nome dall’usanza di preparare il pane tra le mura domestiche, ha ricreato quelle atmosfere e soprattutto i sapori e i profumi caratteristici di un prodotto genuino.

L’iniziativa ha il chiaro scopo di favorire il ritorno al grano sardo, a una filiera cerealicola che sia remunerativa per produttori e trasformatori e nel contempo garanzia di qualità per i consumatori. «Dobbiamo promuovere i prodotti sardi rivalutando le materie prime – ha detto il responsabile provinciale di Campagna amica, Serafino Mura –. In un momento di difficoltà per la cerealicoltura è bene mettere in campo tutte le iniziative che possano richiamare l’ attenzione sul pane, e in generale sui prodotti identitari del nostro territorio».

Un messaggio rivolto soprattutto a chi è parte attiva nel processo di ricambio generazionale in agricoltura: «Le produzioni locali sono il vero valore dei nostri territori e rilanciandole diamo un futuro ai giovani che ci vivono», ha affermato il delegato regionale di Coldiretti Giovani, Giovanni Murru, legando il suo discorso alla concorrenza di alimenti più economici ma più scadenti e di dubbia provenienza.

L’appello non poteva non partire da una realtà che ha una spiccata vocazione per l’arte della panificazione, che ieri si è manifestata attraverso la collaborazione di tante associazioni e cittadini. Le donne della Pro loco si sono cimentate nella preparazione del pane pintau, mentre nelle altre postazioni i volontari e volontarie si prodigavano per mostrare ai visitatori come prendono forma e consistenza il pane giocattolo, su crivazzu, su tzichi, pistoccu, setzadura, painzeddas e painzeddas frissias, s’imburtoriu, su leppere, su ztichi modde, pane cun gherdas e coccois.

La manifestazione è andata avanti tra degustazioni, musica e momenti di convivialità che hanno proiettato il visitatore in un’altra dimensione temporale, quando la tradizione era condivisione.

Maria Antonietta Cossu

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
Turismo

In Sardegna un tesoretto di 25 milioni dall’imposta di soggiorno: in testa c’è Olbia

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative