La Nuova Sardegna

Oristano

Capo Frasca, pescatori sul piede di guerra

Da Terralba, Cabras e Arbus la protesta per i mancati indennizzi. I Comuni scrivono a Pigliaru

28 giugno 2016
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TERRALBA. Non arrivano gli indennizzi per le limitazioni dovute alla base militare di Capo Frasca e i pescatori si preparano alla protesta. Troppe promesse disattese: i pescatori di Marceddì ma anche quelli di Arbus e di Cabras si preparano a forme di protesta, manifestazioni, azioni di disturbo e un'azione legale per ottenere risarcimento di indennizzi dovuti alla presenza della base di Capo Frasca. I rappresentanti delle istituzioni locali e delle associazioni di categoria, coinvolti nei mesi scorsi in un tavolo tecnico che doveva stabilire i criteri per ripianare un’ingiustizia fatta ai danni dei pescatori Oristanesi, visto che per altre basi militari sarde i pescatori ricevono gli indennizzi per la mancata attività di pesca nei giorni di esercitazioni da 17 anni, scrivono a Pigliaru per ottenere un incontro e sollecitare l'intervento del ministero della Difesa, a cui spettava di concretizzare le proposte elaborate dal tavolo tecnico. «Nei mesi scorsi si era responsabilmente atteso e confidato che le corrette relazioni intavolate potessero approdare a misure di mitigazione dell’impatto dei vincoli sulle attività di pesca e fosse ristabilita e garantita equità e parità di trattamento con le diverse marinerie» si legge nella lettera dei comuni di Terralba, Arbus e Cabras, e associazioni di categoria –. Ad oggi l’assenza di conseguenti determinazioni politiche ha fatto crescere in maniera ormai non più governabile la sfiducia e il malcontento, acuendo il dissenso verso la presenza stessa del poligono». La Risoluzione Conclusiva della IV Commissione Difesa della Camera, impegnava il governo anche a determinare il calendario delle esercitazioni entro termini certi e definiti, ad attivare un tavolo di concertazione Stato, Regione, Enti locali insistenti nell'area, associazioni di rappresentanza dei lavoratori della pesca, al fine di definire condizioni e criteri – certi e verificabili – di accesso al beneficio dell'indennizzo. «Il tavolo tecnico di concertazione ha concluso i suoi lavori il 3 marzo, raggiungendo un accordo completo e condiviso sulle tematiche affrontate – scrivono ancora –. Ma constatiamo l’assenza di riscontri e auspichiamo immediati segnali ».

«Il tavolo tecnico ha fatto quanto doveva, ci si aspettava che poi entrasse in gioco la parte politica, la Regione ha sollecitato ma i ministeri della Difesa e Economia non hanno più detto nulla – spiega il sindaco Pietro Paolo Piras –. Le proteste dei pescatori riprendono, ed è una grave resonsabilità di chi pur sapendo lascia che succeda, dal Ministero devono smettere di prenderci in giro».

Cristina Diana

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