La Nuova Sardegna

Oristano

l’attentato

Intimidazione a un agente della polizia locale

di Simonetta Selloni
Intimidazione a un agente della polizia locale

Incendiata e distrutta nella notte in via Risorgimento la Ford Focus di un sottufficiale

27 giugno 2016
2 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. La macchina del maresciallo Antonello Chessa, una Ford Focus, era parcheggiata davanti a casa del sottufficiale della Polizia municipale, in via Risorgimento. Ieri mattina, quello che ne restava era un ammasso annerito dalle fiamme scaturite dall'incendio appiccato da qualcuno che voleva mandare un chiaro segnale. Minaccioso e inequivocabile.

L'incendio è divampato alle 4 del mattino di domenica. Il maresciallo Chessa era rientrato due ore prima, tutta la famiglia dormiva. «Io non ho sentito nulla, delle fiamme si è accorta mia cognata, che aveva la finestra della camera da letto aperta. Mi ha avvisato mio fratello, poi abbiamo sentito alcuni scoppi», dice Chessa.

Originario di Borore, una vita a Oristano (ci vice da oltre mezzo secolo), 35 anni e mezzo di onorato servizio nel corpo della Polizia municipale. «Mai nulla, mai un’avvisaglia, una minaccia. Nemmeno negli ultimi tempi. Un fulmine a ciel sereno. Fa male; molto più che il valore dell’auto, che comunque era in ottime condizioni e ora è distrutta, è il pensiero di non sentirsi più sicuri che mette ansia».

Il maresciallo Chessa opera nel settore del commercio. Controlli a circoli, bar, negozi, mercati, ambulanti. «Ho sempre lavorato con il buonsenso, cercando sempre di capire le ragioni degli altri», sottolinea sconsolato. Ora dovrà riavvolgere il nastro della memoria e fare mente locale sul lavoro, sulle ultime settimane, magari, per individuare qualche segno, qualche anomalia. «Mah, qualche idea la ho. Ma è prematuro parlarne, dovrò confrontarmi con le forze dell’ordine».

Ieri notte in via Risorgimento sono intervenuti anche i carabinieri e la polizia. A chiamare i vigili del fuoco, un vicino di casa che si è accordo dell’incendio. Accanto alla macchina non sono state trovate esche incendiarie, chi ha agito potrebbe aver usato della diavolina e poi aver appiccato il fuoco.

Antonello Chessa è un appassionato della Sartiglia. Ha alcuni cavalli, e quest'anno uno dei figli ha partecipato alla corsa. Ha anche un sito dove scorrono splendide immagini dedicate alla giostra equestre, scatti che il sottufficiale ha colto attraverso gli anni.

L’episodio di ieri mattina lo ha segnato. "Sono dispiaciuto, inutile negarlo. Magari chi ha agito ha aspettato che rientrassimo a casa, chissà", dice ancora. Al di là delle modalità, gli inquirenti dovranno cercare di capire l’origine dell'intimidazione.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative