Un murale per narrare la storia di Terralba
L’opera realizzata sulla facciata della biblioteca aveva diviso il paese, ma ora prevale la concordia
TERRALBA. Un’immagine che racconta l’identità di un territorio e i suoi sogni. Foltissima partecipazione venerdì sera all’inaugurazione del murale di piazza Caduti sul Lavoro, alla presenza delle istituzioni, dell’artista Giorgio Casu e dello sponsor dell’iniziativa Nieddittas. L’azienda per festeggiare ha anche offerto un rinfresco a base di prodotti locali e l’intrattenimento musicale con i Tamurita.
Tantissimi presenti per poter ammirare il murale che fregia la facciata della biblioteca, finalmente senza più i ponteggi, gli automezzi e i teli che lo coprivano. Un effetto scenografico molto forte, col buio della notte, i bei colori dell’opera e le luci che la illuminano, che ha colpito tutti presenti.
«È un’opera d’arte bellissima, messa nel contesto migliore scenografia che Terralba avesse, la cittadina diventa davvero più bella, è un murale voluto fortemente dall’amministrazione e nonostante alcune polemiche in realtà voluto da tutti – ha detto il sindaco Pietro Paolo Piras –. Rappresenta l’anima del paese, da una parte il veliero che domina il mare, lo percorre sicuro, dall’altra la Madonna e il bimbo, che rappresentano il mondo degli affetti, con le scritte in lingua sarda, rappresenta la memoria e le radici».
Un disegno che si presta a tante interpretazioni: «Chiunque si può identificare, anche l’azienda Nieddittas che ha voluto sponsorizzare l’opera, visto che si è imposta in tutto il mondo, solcando appunto i mari, con un prodotto locale, ma è anche un augurio a tutti noi, di poter andare avanti e trovare la realizzazione – continua Piras –. Con quest’opera abbiamo condiviso un valore e un messaggio, non un fattore economico. È triste che ci sia chi ha visto in questo solo un accordo economico, la rosa dei venti non è un richiamo pubblicitario, è un desiderio di esprimere dei valori con l’arte, è un atto di mecenatismo».
Anche l’artista sangavinese Giorgio Casu, noto con il nome Jorghe, ha fatto un discorso raccontando l’ideazione e i significati dell’opera: «Abbiamo voluto citare Gramsci, con la sua frase che esorta a istruirsi e coltivare la propria intelligenza, per esprimere l’importanza dell’apertura mentale: infatti la donna col mantello della Madonna ha in realtà il volto di Grazia Deledda, una nostra intellettuale –, ha spiegato Jorghe –, e il veliero che solca i mari, e la frase in inglese che esorta a viaggiare per conoscere nuove realtà è un modo per ricordarci che siamo fortunati a vivere in un posto così bello, ma per esserne consapevoli dobbiamo aprire i nostri orizzonti e saper andare lontano».
Cristina Diana