La Nuova Sardegna

Oristano

La nuova rete ospedaliera: le tre proposte targate Bosa

di Alessandro Farina
La nuova rete ospedaliera: le tre proposte targate Bosa

Il Comune si appella alla Regione: «Salvare la chirurgia al Mastino, pronto soccorso presidiato E anche l’urgenza chirurgica garantita per tutte le 24 ore». Il testo ora in consiglio regionale

29 aprile 2016
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BOSA. Riordino rete ospedaliera, sono tre le proposte di emendamento in arrivo dalla città del Temo alla delibera della giunta regionale in via di approdo al Consiglio per la discussione ed eventuale approvazione probabilmente già nelle prossime settimane.

La proposta di è in linea con le indicazioni impartite dal consiglio comunale di Bosa nella riunione del 18 aprile scorso nell'aula di Piazza Carmine, che sono state fatte proprie anche dalle altre cittadine dell’isola sede di ospedale in aree disagiate che, almeno fino al 2018 pur non rispondendo ad una serie di parametri conserveranno una serie di servizi.

La strategia di Bosa è conservare questo status anche in futuro, visto che non sarà una semplice data messa nero su bianco, quella del 2018, a decretare la fine del disagio rispetto a territori dove tra viabilità e tempi di percorrenza verso gli ospedali principali si segnano da decenni pesanti limiti. La premessa al documento in partenza da Bosa per Cagliari contiene un tecnico riferimento legislativo: per poter garantire le urgenze chirurgiche nelle ventiquattro ore, oltre all’attività programmata «si dovrebbe recepire quanto previsto dal decreto ministeriale del 2 aprile 2015 che riporta gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera». Insomma i Lea, i livelli essenziali minimi di assistenza, che devono poter essere goduti da tutti i cittadini e contribuenti, sul suolo nazionale e non solo evidentemente nelle zone maggiormente popolate. Questa è la prima e principale proposta di emendamento, da cui discende di conseguenza anche la salvaguardia del servizio di Chirurgia. Bosa chiede che il G.A. Mastino come altri ospedali di zona disagiata, «siano dotati di un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza (non dal personale del futuro Areus), integrato dal punto di vista organizzativo con l’ospedale principale di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento», per Bosa il San Martino di Oristano.

Inoltre nei presidi di area disagiata «non deve essere discriminante il numero di prestazioni annuali degli accessi al Pronto Soccorso», fissato a quota seimila l’anno nel testo redatto dalla Regione.

E infine sia «garantita l’urgenza chirurgica H24, anche in reperibilità, con un modulo degenza autonomo e con organico distinto rispetto ai reparti presenti nella struttura».

Questo il fulcro della richiesta da Bosa, anche perchè negli altri due emendamenti si chiede di cancellare in alcuni passaggi delle norme per ora proposte la dicitura “di sede disagiata,” in coerenza con quanto richiesto appunto nel primo emendamento.

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