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Subacqueo morto dopo l’immersione, i dubbi dell’accusa

Subacqueo morto dopo l’immersione, i dubbi dell’accusa

SAN VERO MILIS. C’è un aspetto che le indagini non hanno chiarito. Così sulla morte dell’ex finanziere di Santa Giusta, Mario Spano, serve un ulteriore accertamento a processo già avviato. Mario...

21 aprile 2016
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SAN VERO MILIS. C’è un aspetto che le indagini non hanno chiarito. Così sulla morte dell’ex finanziere di Santa Giusta, Mario Spano, serve un ulteriore accertamento a processo già avviato. Mario Spano si era accasciato sulla battigia del lungomare tra Mandriola e Putzu Idu dopo essere uscito precipitosamente dall’acqua. Era impegnato in una lezione di immersione con bombole di ossigeno, ma il mix terribile tra una patologia e il cattivo funzionamento di un’apparecchiatura ne causarono la morte, probabilmente, per un deficit respiratorio.

Ad essere accusato di omicidio colposo è l’istruttore di diving Ivan Lucherini, ma è stato lo stesso pubblico ministero Armando Mammone a richiedere al giudice monocratico Carla Altieri del tempo per un’ulteriore verifica. Al termine dell’audizione del carabiniere del nucleo subacqueo, Domenico Pentassuglia, un dubbio ha attraversato le menti dei protagonisti del processo. Così l’integrazione d’indagine ha trovato d’accordo anche gli avvocati di parte civile Carlo Barberio e quello della difesa, Giovanni Trimarchi. Bisogna quindi verificare, prima della prossima udienza fissata per il 25 maggio, se il componente difettoso che avrebbe agevolato la crisi respiratoria sia stato acquistato dallo stesso Mario Spano oppure se anche quella parte di attrezzatura fosse stata fornita dal titolare della ditta di immersioni subacquee. Ovviamente è un dettaglio indispensabile per capire se l’imputato possa essere stato davvero responsabile oppure se l’usura e la cattiva pulizia del componente per la respirazione siano riconducibili a un errore commesso dall’ex finanziere di 57 anni morto nel luglio del 2013. (e.c.)

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