La Nuova Sardegna

Oristano

Abusi mai commessi, assolto un operatore che assisteva anziani

di Enrico Carta
Abusi mai commessi, assolto un operatore che assisteva anziani

Palmas Arborea, i presunti maltrattamenti a Casa Serena Anche il secondo imputato è innocente: condanna annullata

19 aprile 2016
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PALMAS ARBOREA. Quattro mesi di custodia cautelare e sei anni di indagini e processi. Alla fine l’accusa crolla grazie alla sentenza della Corte d’Appello di Cagliari che assolve il secondo degli imputati per i presunti abusi sessuali e i presunti maltrattamenti di Casa Serena. A questo punto, mai avvenuti. Se in primo grado era uscita dal processo con in mano la sentenza di assoluzione la dipendente del centro di ospitalità per anziani, Simonetta Pili, in Appello la stessa sorte è toccata al collega Pier Paolo Murru.

L’infermiere di Villaurbana ha trascorso quasi due anni da condannato. In seguito alla sentenza del tribunale di Oristano aveva di fronte a sé il rischio di dover scontare cinque anni e quattro mesi di carcere. Da ieri, a meno di ribaltamenti in Cassazione, ha sentito la parola assoluzione che ha accolto con molta emozione. È la prima volta da quando tutto era iniziato nel marzo del 2010. La chiacchierata tra un anziano ospite della struttura e la direttrice aveva portato alla denuncia e ai successivi arresti. Pier Paolo Murru e Simonetta Pili erano anche finiti in carcere prima di ottenere i domiciliari e infine la revoca della misura cautelare. Il processo era arrivato due anni più tardi e si era concluso con metà delle accuse che non avevano incontrato i favori dei giudici. I due operatori sanitari di Casa Serena dovevano rispondere di una serie di maltrattamenti e persino di un episodio di abusi sessuali avvenuto attraverso l’utilizzo di un bastone.

Secondo le accuse, doveva essere una sorta di punizione per l’anziano particolarmente problematico. Poteva sembrare un episodio simile ad altri di cui le cronache hanno anche recentemente dato conto. Invece il castello accusatorio aveva mostrato delle crepe già al processo di primo grado, tanto che Simonetta Pili, che poi avrebbe fatto anche richiesta di risarcimento danni per l’ingiusta detenzione a cui era stata sottoposta, era stata assolta.

La procura oristanese non aveva fatto appello per l’assoluzione che quindi è diventata definitiva. In appello c’è invece andato Pier Paolo Murru che ha ribadito ancora una volta la propria innocenza. Per il procuratore generale la condanna andava confermata, ma la sentenza di ieri mattina ha raccontato di un esito diverso. Le tesi sostenute dall’avvocato Pier Luigi Meloni hanno fatto breccia sulla Corte presieduta dal giudice Fiorella Pilato. La difesa ha detto che l’anziano, peraltro affetto da una patologia invalidante, non avesse raccontato la verità probabilmente perché rimase suggestionato dopo l’incontro con la direttrice. Le altre prove, del resto, erano alquanto deboli. C’era un bastone con delle tracce di crema diventato corpo del reato, ma per parecchi giorni rimase incustodito diventando un elemento di prova facilmente inquinabile. Restavano i racconti di Pier Paolo Murru, che con amici si era vantato del “trattamento speciale” riservato agli ospiti. Ma erano solo fantasie, fatte da chi aveva trovato quel modo insolito per vantarsi.

L’assoluzione fa anche decadere le richieste di risarcimento danni. Ma se in primo grado le parti civili erano molteplici, in appello è rimasta solo la società che gestisce Casa Serena, assistita dall’avvocato Francesco Corrias. I familiari dell’anziano, assistiti dall’avvocato Giuseppe Corronca, hanno invece rinunciato, nonostante avessero dalla loro la sentenza iniziale che gli dava almeno in parte ragione.

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