La Nuova Sardegna

Oristano

Oncologia, l’ingresso nel fango

di Enrico Carta

Pozzanghere, polvere, rifiuti e disagi sul retro dell’ospedale San Martino

24 marzo 2016
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ORISTANO. Erba rasata e aiuole ben tenute da una parte. Poi c'è l'altra faccia della medaglia che sarebbe meglio non vedere, ma che è impossibile non notare anche perché più d'uno, da lì, deve passare. La foto è impietosa: buche, fango, polveri, detriti e sanitari abbandonati a cielo aperto. Tutto assieme in una collezione tutt'altro che prestigiosa che però qualifica da sé una parte importante dell'ospedale San Martino e, come scrive il lettore Antonio Palmas, fa «naufragare così il sogno di una sanità oristanese a misura d'uomo. Che cosa deve pensare un povero cittadino malato di fronte allo scenario che gli si mostra una volta varcato l'ingresso posteriore del parcheggio dell'ospedale?»

Succede di fronte al reparto in day hospital di Oncologia e Oncoematologia dove, per arrivarci, bisogna prima fare lo slalom tra le pozzanghere e il fango alla ricerca disperata di un parcheggio. Poi lo slalom va fatto a piedi tra difficoltà immaginabili, tanto che diventa benedetta la fastidiosa polvere estiva sollevata dalle auto e dallo scirocco sinché non va a poggiarsi su occhi e nasi dei malati e dei loro accompagnatori.

La cartolina si completa con uno sfondo abbellito dalla presenza di macerie, pezzi di muro, calcinacci e sanitari, residui di vecchi lavori e rimasti ammassati a cielo aperto: il materiale perfetto per rilasciare polveri e microbi proprio contro persone rese più fragili dalle malattie e dalle terapie. Eppure negli ultimi anni il San Martino ha conosciuto migliorie, nuovi reparti e sviluppo. Ma quel quadretto fa intuire ben altro ovvero abbandono che il lettore autore della segnalazione associa interrogativamente alla situazione della sanità oristanese: «Professionisti anche validi lasciati sempre più soli di fronte a una marea di malati e malattie; soli e indifesi anche rispetto all'incuria. Chi paga per tutto questo? Solo i malati»".

E in effetti sono proprio loro i più esposti, ma nel novero di coloro che quotidianamente si trovano alle prese con i disagi ci sono anche medici, infermieri e operatori. Del resto l'ampliamento del parcheggio con gli spazi sul retro dell'ospedale ha risolto molti problemi, visto che negli anni precedenti il traffico e le soste erano tutte concentrate sulla zona antistante il San Martino. Quel che davvero resta inspiegabile è il perché ci si sia fermati quando il grosso dei lavori era stato ultimato e poteva sembrare di essere ad un passo dalla conclusione. Misteri. Intanto i giorni passano e i disagi no.

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