La Nuova Sardegna

Oristano

Dieci Comuni dicono «sì», nasce la prima rete urbana

di Enrico Carta
Dieci Comuni dicono «sì», nasce la prima rete urbana

Per il momento oltre al capoluogo ne fanno parte Cabras, Riola Sardo, Narbolia Zerfaliu, Baratili San Pietro, San Vero Milis, Allai, Siapiccia e Ollastra

13 marzo 2016
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ORISTANO. Primi e unici a passare il traguardo. Dieci Comuni dell’Oristanese, orfani della Provincia, scelgono la rete urbana e lo fanno proprio nel momento in cui il gong stava per suonare. Dopo una fitta rete di incontri e colloqui, arriva la sintesi arriva all’ultimo momento utile per comunicare alla Regione la decisione di chi, da ieri, ha formalmente ufficializzato la propria disponibilità – usiamo pure il termine volontà – formale a far parte del nuovo ente locale intermedio nato dalla riforma Del Rio.

Cos’è la Rete Urbana. Proprio la riforma indicava alcune possibilità per quei Comuni il cui ambito ricadesse nel territorio un tempo delimitato dai confini della vecchia Provincia. Rimasti senza il grande paracadute avevano la possibilità di costituire la Rete urbana che deve contenere al suo interno un Comune che abbia lo status di “città media”. Il centro con questi requisiti è proprio Oristano che si pone alla testa della nuova alleanza a dieci – in tutto circa 63mila abitanti –. Bisognerà promulgare uno statuto, quindi nominare gli organismi di gestione che sono simili a quelli delle già conosciute Unioni di Comuni. Sono cioè le stesse amministrazioni che indicano i componenti del futuro organo di guida della Rete urbana.

Chi ne fa parte. Il nuovo soggetto amministrativo attende il via libera della Regione che deve arrivare entro venti giorni – salvo decisioni di accordare proroghe sulla base della richiesta dell’Anci – dalla scadenza per la richiesta di far nascere le Reti urbane, fissata proprio per ieri. Stando così le cose, la Rete urbana dei Comuni partirà con Oristano, Cabras, Riola Sardo, Narbolia, Baratili San Pietro, San Vero Milis, Zerfaliu, Allai, Siapiccia e Ollastra, mentre Simaxis si dovrebbe accodare nei prossimi giorni. Sono i dieci paesi che hanno aderito all’invito del sindaco dell’ex capoluogo, Guido Tendas, e che nei giorni scorsi avevano avuto un incontro esteso a un’altra ventina di amministrazioni. L’area geografica ricade su due ambiti territoriali principali ovvero i Comuni del Sinis, già riuniti nel Gal, e quelli del Tirso.

Le prime reazioni. Ovviamente soddisfatto per aver chiuso il cerchio è Guido Tendas, ma non sono da meno il suo vice Giuseppina Uda, che da assessore alla Programmazione, ha avuto un ruolo determinante nel tessere i rapporti con gli altri Comuni, e gli altri amministratori. Alla stretta di mano in piazza Eleonora c’erano il sindaco di Cabras, Cristiano Carrus, con l’assessore Alessandro Murana, il sindaco di San Vero Milis, Luigi Tedeschi, e il suo collega di Baratili, Renzo Murru. Gli altri mancavano perché non c’è stato il tempo per presenziare. Tutti hanno sottolineato come questa sia un’occasione per viaggiare compatti verso un tipo di programmazione territoriale che va oltre la semplice gestione dei servizi che resta in capo alle Unioni dei Comuni da cui nessuno fugge.

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