La Nuova Sardegna

Oristano

Le Rete Urbana bocciata in partenza

di Roberto Petretto e Enrico Carta
Le Rete Urbana bocciata in partenza

La consultazione tra 27 sindaci dell’Oristanese destinata al fallimento: tempi troppo stretti per organizzarla

03 marzo 2016
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ORISTANO. Questo matrimonio non s’ha da fare e non certo per colpa di don Rodrigo e dei suoi bravi. Il salto nel buio convince pochi o nessuno e il tentativo di mediazione avviato dal sindaco del capoluogo Guido Tendas sembra destinato a morire senza nemmeno esser nato. La riunione di due giorni fa, indetta per sondare il terreno, ha chiarito che quello in cui muoversi per arrivare alla fondazione di una “rete urbana” è alquanto melmoso. Sembra anzi molto simile alle sabbie mobili, nelle quali si potrebbe persino affondare.

Di fronte alla proposta del primo cittadino oristanese di costituire un’unione territoriale di ampia portata che vada al di là delle unioni dei Comuni già in vita e del ruolo di città media che spetta per legge all’ex capoluogo di provincia, vincono le perplessità e gli spazi strettissimi che la legge consente. La presenza dell’assessore regionale agli Enti locali, Cristiano Erriu, nell’aula di palazzo degli Scolopi non ha cambiato di molto lo spartito di una serata alla quale non tutte le amministrazioni hanno scelto di partecipare nonostante l’importanza dell’argomento sul tavolo.

C’è infatti da sostituire la vecchia Provincia. La legge è legge e il riordino degli enti locali prevede la costituzione di apparati amministrativi intermedi che si sostituiscano ad essa. Guido Tendas aveva pensato di chiamare a raccolta ben 27 Comuni dell’Area Vasta nel tentativo di dare vita a quell’unione che prende il nome tecnico di “rete urbana” e deve comprendere al suo interno un Comune con i requisiti di “città media” (Oristano) e una popolazione complessiva di almeno 50mila abitanti. Ci si sarebbe arrivati abbondantemente sommando quelli del capoluogo a quelli di Allai, Arborea, Baratili San Pietro, Bauladu, Cabras, Marrubiu, Milis, Narbolia, Nurachi, Ollastra, Palmas Arborea, Riola Sardo, Samugheo, San Vero Milis, Santa Giusta, Siamaggiore, Siamanna, Siapiccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Villanova Truschedu, Villaurbana, Zeddiani, Zerfaliu.

Il totale è di circa 80mila cittadini, ma resteranno ognuno nel proprio alveo, perché stavolta il detto popolare sembra proprio aver la meglio su tutto il resto. Lasciare la strada vecchia per la nuova, ai più non è sembrato conveniente e forse, alla fine del confronto, nemmeno lo stesso Guido Tendas ne è ancora così convinto. Nessuno di coloro che oggi fanno parte delle Unioni dei Comuni già costituite è dell’idea che in dieci giorni si riesca a costituire la rete urbana. «Il primo ostacolo sono i tempi troppo stretti – chiarisce il sindaco di Santa Giusta Antonello Figus –. Ci sono servizi da garantire che oggi rientrano tra i compiti delle Unioni dei Comuni le quali hanno già svolto un percorso che viene difficile buttare a mare». L’ipotesi della richiesta di una proroga proposta dal sindaco di Cabras Cristiano Carrus non sembra praticabile perché i termini sono quelli di legge e così le perplessità restano . «In sede di Unione dei Comuni - dice Manuela Pintus, sindaco di Arborea -, porterò quanto emerso dalla riunione di Oristano e discuteremo della possibilità o meno di presentare manifestazione di interesse per la rete urbana. Il dibattito è in evoluzione e al momento dobbiamo valutare eventuali vantaggi e scenari futuri».

«Entro settimana - dice anche il sindaco di San vero Milis, Luigi Tedeschi - ci riuniremo per analizzare la situazione. i tempi sono strettissimi. Aderire alla Rete urbana per noi significherebbe uscire dall’Unione di cui storicamente facciamo parte».

L’alternativa individuata da Antonello Figus potrebbe essere quella di tenere in vita le Unioni e costituire un organismo superiore al quale prenda parte anche il capoluogo.

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