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Oristano

Canottieri Sannio, alti obiettivi nell’anno dedicato alle Olimpiadi

Canottieri Sannio, alti obiettivi nell’anno dedicato alle Olimpiadi

BOSA. Anno nuovo, impegni che si rinnovano per il prestigioso circolo remiero Canottieri Sannio di stanza nella città del Temo. Domenica è iniziata la stagione 2016 «con un calendario strettissimo e...

12 gennaio 2016
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BOSA. Anno nuovo, impegni che si rinnovano per il prestigioso circolo remiero Canottieri Sannio di stanza nella città del Temo.

Domenica è iniziata la stagione 2016 «con un calendario strettissimo e tantissime gare concentrate entro la prima metà dell'anno per seguire la programmazione olimpica», spiega dal comitato regionale Sardegna della Federazione italiana canottaggio Nino Ruggiu.

L’isola infatti si presenterà presto a San Miniato, in provincia di Pisa, dove sono previste le gare del Campionato Italiano Indoor Rowing, sui simulatori di voga. Proprio in Toscana lo scorso anno l’atleta di Bosa Claudia Cabula ha centrato l’obiettivo più prestigioso nella sua categoria.

A San Miniato la Sardegna si presenterà quindi con due società: il Circolo Nautico Terramaini di Cagliari, con tre atleti, ed i campioni sardi di canottaggio del Circolo Sannio di Bosa, che schiereranno cinque atleti.

«Gli ottimi risultati dello scorso anno, tra tutti il titolo italiano conquistato nella categoria ragazze dalla bosana Claudia Cabula, fanno ben sperare», conclude Nino Ruggiu. Una realtà di grande prestigio quella remiera in riva al Temo, i cui risultati hanno fatto balzare Bosa agli onori delle cronache sportive ben oltre i confini dell’isola. Disciplina sportiva, al pari di altre, che dovrebbe essere maggiormente all’attenzione delle istituzioni.

Le potenzialità degli atleti sardi e quelle dei bosani, infatti, si scontrano spesso con la difficoltà di poter varcare a prezzi accettabili il Tirreno, nelle trasferte continentali. Nel circolo di Bosa, e probabilmente anche delle altre realtà dell’isola, spesso si è passati all’azione con manifestazioni di auto finanziamento, senza contare che le famiglie mettono corposamente mano al portafogli per venire incontro alle esigenze della società remiera locale. Un salasso che ha limitato di molto le potenzialità degli atleti sardi.

Ma per la città che vanta nel suo territorio l’unico fiume navigabile della Sardegna quella del canottaggio (per la verità altri esempi potrebbero essere quelli del parapendio o degli sport legati al mare, considerata la presenza di una ampia spiaggia totalmente inutilizzata nei mesi invernali che potrebbe fungere da base di atterraggio e della protetta baia dell’isola Rossa sul fronte surfistico) dovrebbe e potrebbe diventare anche occasione per un percorso che unisca alla pratica sportiva una fattiva incentivazione all’accoglienza, e quindi a ritorni economici e occupazionali. In direzione di quel famoso “turismo attivo” che non può rimanere relegato, e le potenzialità non mancano, al semplice ricordo della Bitas 2013. (al.fa.)

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