La Nuova Sardegna

Oristano

Spara contro la casa di un fratello, scappa e poi si costituisce

di Enrico Carta
Spara contro la casa di un fratello, scappa e poi si costituisce

Siamanna, dopo le fucilate contro le finestre sfonda la porta Massimo Obinu si consegna ai carabinieri ma senza l’arma

11 gennaio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





SIAMANNA. Aveva voglia di regolare i conti nel modo peggiore possibile, ma all’ultimo istante si è fermato. Quindi ha scelto la cosa più ragionevole da fare dopo attimi in cui l’istinto e la rabbia covata da tempo avevano prevalso. La sete di vendetta nei confronti del fratello Silvano ha portato in carcere Massimo Obinu, allevatore e agricoltore di 46 anni, da tempo in rotta con il fratello. Sabato sera verso le 21, forse dopo qualche bicchiere di troppo stava facendo rientro a casa in via Cavour, ma prima ha imbracciato un fucile a canne mozze e ha puntato l’arma contro la finestra della casa a fianco, dove abita il fratello.

Qualche urlo, poi ha fatto fuoco. Una prima volta, una seconda, una terza e una quarta sempre contro le finestre. Quindi altri colpi in aria, infine, lasciato il fucile, ha sfondato la porta della casa del fratello Aldo, carabiniere in pensione, ed è entrato. A quel punto tutto lasciava presagire che potesse consumarsi la tragedia, invece Massimo Obinu ha misteriosamente cambiato idea. È uscito, è salito in macchina e si è messo al volante con le mani insanguinate per i colpi dati contro la porta nel tentativo di sfondarla.

È allora che sono intervenuti in forze i carabinieri, allertati dalla vittima dell’aggressione che era in casa con altri fratelli e familiari. Dalle stazioni di Villaurbana e San Vero Milis e dalla compagnia di Oristano hanno iniziato a dare la caccia all’aggressore il quale fortunatamente ha desistito ben presto dai suoi propositi violenti quando è stato contattato telefonicamente. I militari e Massimo Obinu si sono accordati e così, dopo qualche minuto, si è consegnato al comandante della stazione di Villaurbana che l’ha arrestato per vari reati. Il più grave è certamente quello della detenzione e del porto abusivo dell’arma che ancora non è stata ritrovata, ma per l’allevatore ci saranno da fare i conti anche con altri capi d’imputazione come il danneggiamento, le minacce e la violazione di domicilio.

Questa mattina tutto si sposta in tribunale per la direttissima. I precedenti penali non giocano a favore di Massimo Obinu così come potrebbe essere un problema per un’eventuale assegnazione dei domiciliari il fatto che le due abitazioni siano affiancate. Del resto i rapporti anche con l’altro fratello Silvano sono tesi e già alcuni mesi fa uno strano incidente avvenuto in campagna aveva fatto pensare che tra i due fosse accaduto qualcosa di non esattamente legale. Ma in assenza di denuncia ci si era fermati alle dicerie.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative