La Nuova Sardegna

Oristano

Monte Arci, prove di nascita per il parco

di Enrico Carta
Monte Arci, prove di nascita per il parco

Dopo vent’anni nel limbo, i Comuni uniti nel consorzio aprono a nuovi ingressi e puntano all’istituzione dell’ente

08 gennaio 2016
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ORISTANO. Venti lunghi anni nel limbo. Chi ci dimorava, secondo lo schema dell’oltretomba dantesco, non poteva più uscirne. Era condannato a stare lì per l’eternità: né inferno, né purgatorio, ma una terra di mezzo senza prospettive di dannazione o salvezza eterna. Questi venti lunghi anni somigliano tanto a una gestazione infinita che, a differenza di quanto prevedeva il sommo poeta, potrebbe a breve arrivare alla conclusione e uscire da quel limbo. Chi starà ai patti, sarà dentro; chi non ci starà, sarà fuori e non ci saranno più mezze misure. O nasce per davvero oppure per il parco del Monte Arci scorreranno a breve i titoli di coda.

Dopo le incertezze e i tentennamenti, dopo gli accordi tra i Comuni sempre rinviati, si è riacceso proprio in queste settimane un interesse inatteso sul futuro di un ente mai nato. Da vent’anni infatti esiste un consorzio che raggruppa una serie di amministrazioni – Palmas Arborea, Santa Giusta, Villaurbana, Ales, Pau, Morgongiori, Marrubiu, Usellus, Siris e Masullas – che hanno terreni nell’area del monte Arci. Quel consorzio doveva essere il primo e breve passo per la costituzione di un ente parco. Al contrario è rimasto in vita così a lungo perché, alcune disparità d vedute sulla gestione e sugli obiettivi e le diverse filosofia di intendere il nascituro parco, hanno sempre impedito il passaggio alla fase successiva.

Così si è rimasti nel limbo, dove evidentemente non si sta poi tanto male, perché a quei Comuni che insieme possiedono circa 14mila ettari di terreni da destinare, si vogliono aggiungere anche il capoluogo con i suoi cento ettari “prestati” di recente all’Ente Foreste e Uras, dove già è stato deliberato in favore dell’adesione. Oristano al momento ha fatto richiesta formale di poter entrare a far parte del consorzio del parco del Monte Arci ed è in attesa di una risposta che dovrebbe essere positiva, visto che la ricognizione informale tra i vari sindaci non sembra aver trovato ostacoli.

I nuovi ingressi, oltre che far incrementare la superficie da destinare al parco e raddoppiare il numero di popolazione che vive nei Comuni che aderiscono al consorzio portandola da 30mila a 60mila, potrebbero ridare slancio al progetto che si è bloccato sui pendii del monte-collina di cui il parco porta il nome. L’ostacolo più grande è rappresentato dalla serie di regole che verrebbero istituite e che cambierebbero il modo di vivere l’Arci da parte delle popolazioni che vi abitano, andando in particolare ad influire sulla caccia. Chi teme i vincoli, sinora ha prevalso, mantenendo in vita l’esperienza del consorzio che ha avuto il merito di fare da catalizzatore di una serie di finanziamenti, ma che non è riuscito a incidere in maniera profonda sull’economia dell’intero territorio.

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