La Nuova Sardegna

Oristano

Poligono sul lago, monito di Sorradile a Regione e Governo

di Maria Antonietta Cossu
Poligono sul lago, monito di Sorradile a Regione e Governo

Il sindaco Arca: «Sull’Omodeo non può stare, lo ricordino» Vertenza servitù, un mese fa l’ultimo appello a Pigliaru

03 gennaio 2016
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SORRADILE. L’alba del nuovo anno si è levata sull’Omodeo ma nulla è cambiato sulle sponde del lago più grande dell’isola, dove si continuerà a sparare anche nel 2016. Un altro anno è trascorso ma la presenza del poligono del Caip continua a rappresentare una questione irrisolta e spinosa allo stesso tempo per diverse amministrazioni locali. La lunga fase di stallo della vertenza però potrebbe subire presto una scossa se la situazione non si evolverà nella direzione auspicata dai rappresentanti istituzionali del territorio che a più riprese hanno chiesto la dismissione del campo di tiro. A suonare la carica è ancora una volta il sindaco di Sorradile, che appena un mese fa aveva rivolto un appello al governatore Francesco Pigliaru. In occasione di un incontro a Busachi tra il presidente della Regione e i sindaci del Barigadu Pietro Arca aveva sollecitato un’ azione decisa nei confronti del ministero della Difesa finalizzata al trasferimento del poligono situato tra le campagne di Zuri e Soddì. Una richiesta che il governatore aveva recepito rinnovando l’impegno ad appoggiare la causa già assunto quando il vento della protesta sulle servitù militari spirava forte in tutta la Sardegna. In questi giorni quella dichiarazione d’intenti pronunciata a poche centinaia di metri dall’Omodeo, di cui tanto si è parlato e si continua a parlare in termini di volano dello sviluppo territoriale, sembra abbia acquistato maggiore concretezza. Si parla infatti di una richiesta formale di chiusura e di trasferimento del poligono inoltrata dal presidente della Regione ai ministeri della Difesa e dell’Interno. «Pigliaru si è assunto l’impegno di risolvere il problema e mi aspetto da lui che vada fino in fondo», si augura Pietro Arca, per nulla disposto ad accettare una prospettiva diversa dalla dismissione del campo di tiro in riva al lago. «È zona Sic e deve essere rispettata, lì il poligono non ci deve stare e se non succederà nulla torneremo alla carica alla fine di gennaio. Pretendiamo che gli impegni verso i nostri territori siano mantenuti, vogliamo fatti», ha tuonato l’amministratore, che si è dato tempo poche settimane per capire se sulla questione ci siano realmente i margini per una soluzione in linea con le richieste degli amministratori locali e condivisa dal governo centrale e dalle stesse autorità militari, che fino a qualche tempo fa sembravano orientate sull’opzione Bonarcado. Un’altra soluzione caldeggiata dallo zoccolo duro della protesta era quella di adeguare il piano interrato del Centro di addestramento professionale della polizia di Stato, che originariamente era stato concepito proprio come sito per le esercitazioni a fuoco. Ma per il sindaco di Sorradile la soluzione logistica non compete alle amministrazioni del territorio. «Lo stabiliscano altri dove spostare il poligono, ma qui non deve stare».

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