La Nuova Sardegna

Oristano

Oristano provincia virtuosa, non la città

di Simonetta Selloni
Oristano provincia virtuosa, non la città

L’Osservatorio sui rifiuti: buoni risultati nel complesso, ma il capoluogo non raggiunge la soglia del 65 per cento

21 dicembre 2015
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ORISTANO. Solo la (ormai ex) provincia del Medio Campidano ha fatto meglio. I dati della raccolta differenziata negli 88 comuni dell’Oristanese promuovono il territorio che per il 2014 fa registrare un valore di raccolta differenziata del 64,9 per cento (appena 0,7 punti percentuali in meno della prima in classifica), totalizzando una diminuzione della produzione totale dei rifiuti dello 0.8 per cento, con una produzione media annuale per abitante praticamente inviata rispetto al 2013, 369,8 chilogrammi per abitante. Se quindi, nel complesso, il territorio supera abbastanza bene il valore-soglia indicato dalla legge, che impone il superamento del 65 per cento della differenziata, e fa senza dubbio meglio della media regionale (appena il 53 per cento) c’è da dire che in questa scalata alla vetta della raccolta virtuosa il comune capoluogo non è affatto d’aiuto. Anzi: Oristano si colloca infatti tra i 25 cattivi della Provincia, raggiungendo appena il 61,2 per cento della differenziata. Peraltro, con un trend negativo negli ultimi anni: al 2010, anno in cui la raccolta si è attestata sul 65,35 per cento, sono seguiti due anni di crescita (2011 e 2012, con il 65, 69 per cento), quindi la flessione nel 2013 (62,68 per cento), e il crollo nel 2014. Ben lontano dalla virtuosissima Genoni, che, 845 abitanti, nel 2014 ha differenziato il 78,7 per cento dei suoi rifiuti, producendo 292 chili l’anno per abitante. Agli antipodi della graduatoria, Tadasuni: i dati della differenziata non sono nemmeno stati validati. A precederlo c’è Boroneddu: appena il 52,1 per cento.

Questi dati emergono dal Rapporto annuale stilato dall’Osservatorio provinciale sui rifiuti urbani. Si scopre che differenziare è più semplice se lo si fa in forma associata: i comuni infatti che hanno questa forma di gestione registrano un valore medio del 66,70 per cento, contro il 62,60 per cento di quelli in gestione autonoma, tra i quali c’è il capoluogo. L’unione fa la forza anche sul versante della gestione dei rifiuti: rispetto al 2013, è cresciuto il numero dei paesi che gestiscono in forma associata: da 70 a 78, dopo l’istituzione dei comuni del Guilcer.

Dei centri più popolosi della provincia, il più virtuoso è Terralba, con una raccolta differenziata al 71,3 per cento. Segue Cabras, con il 69,7, Santa Giusta (68,1) e Mogoro con il 65,5 per cento. Detto del capoluogo, sotto la soglia-obiettivo prevista dalla legge c’è Ghilarza, che differenzia il 57,5, e Bosa, che raggiunge solo il 57 per cento. Il più piccolo comune della Provincia, Baradili, con appena 87 residenti, si piazza bene, con il 70 per cento della raccolta.

Nella suddivisione per tipologia di materiali, gli scarti alimentari costituiscono la parte più consistente, il 52 per cento, carta e cartone il 17,83 per cento, il vetro, 18,88 per cento, quindi le plastiche, il 6,30 per cento. Quindi, lo scarto verde, 2,67 per cento, mentre apparecchiature elettriche ed elettroniche costituisce il 2,09 per cento. Completano il quadro, imballaggi di metallo (0,59), rifiuti pericolosi 0,12, e altri materiali di recupero all’1,52 per cento.

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