La Nuova Sardegna

Oristano

Rivolta dei sindaci ribelli: deciso rifiuto ad Abbanoa

di Piero Marongiu
Rivolta dei sindaci ribelli: deciso rifiuto ad Abbanoa

A Santu Lussurgiu incontro dei primi cittadini che gestiscono l’acqua Sono 27 i paesi fuori dal gestore unico, pronti a promuovere un referendum

06 dicembre 2015
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SANTU LUSSURGIU. La legge Regionale numero 4/2015 che istituisce l’Ente di Governo per la gestione del servizio idrico non piace ai sindaci dei 27 Comuni che vogliono continuare a gestire autonomamente l’acqua. Per ribadire il loro dissenso contro un provvedimento che ritengono ingiusto e contrario alla volontà dei loro amministrati, ieri mattina, la metà di essi si sono incontrati per concordare un’azione unitaria volta a tutelare la loro volontà a continuare a gestire autonomamente le risorse idriche dei loro territori. All’ordine del giorno, tre punti: ricognizione dei Comuni che hanno deliberato l’adesione al Gasi (Gestioni autonome servizio idrico); stipula di una convenzione con lo studio legale cagliaritano degli avvocati Stefano Porcu e Mauro Barberio e la costituzione di un fondo spese destinato a fronteggiare le spese legali e l’organizzazione di altre iniziative; valutazione di quanto emerso nell’incontro del 27 novembre scorso a Cagliari tra il Gasi e l’assessore Regionale ai lavori pubblici Paolo Maninchedda. Domenico Gallus, ex Consigliere regionale, sindaco di Paulilatino e presidente del Comitato, si dice pronto ad assumere tutte le iniziative legali atte a tutelare gli amministrati, che complessivamente ammontano a una popolazione di oltre 50mila abitanti. Tutti contrari a passare sotto Abbanoa. «La Regione – dice Gallus – deve esercitare la propria funzione sul demanio idrico, come è accaduto in Sicilia, in Valle d’Aosta, le province di Trento e Bolzano, ed emendi opportunamente la legge». «Se la Giunta lo vuole – ha aggiunto Giovanni Ruggeri, segretario del Comitato – può accogliere in qualunque momento le richieste dei Comuni». A parere dei sindaci del Gasi, la legge regionale è strutturata in maniera centralistica: «Perché prevede un unico ambito e un unico gestore – sottolinea Gallus –. E la cosa non va certo incontro alle esigenze del libero mercato ma concorre a inasprire gli animi dei nostri amministrati. Per tutelare gli interessi delle comunità che rappresentiamo siamo disposti e risoluti a percorrere tutte le strade democratiche, compreso il ricorso al referendum abrogativo della legge». Diego Loi, sindaco di Santu Lussurgiu: «Ribadisco la nostra ferma intenzione a proseguire la gestione autonoma del servizio idrico così com’è perché funziona bene ed è sostenibile». Erano presenti anche un comitato di Nuxis,e il vice sindaco di Illorai Marino Filia: «Purtroppo noi siamo con Abbanoa dal 2006 – ha detto – e stiamo cercando una via di uscita che ci consenta di tornare all’autonomia». Nella serata di ieri, l’assessore Maninchedda, nel suo blog, ha sostenuto che: «… i costi delle infrastrutture non sono sostenibili dalla sola finanza dei Comuni». La risposta del segretario del Gasi Ruggeri, non si è fatta attendere: «L’idea che la Regione debba sostituire i Comuni con Abbanoa, ha portato allo spreco di milioni di euro e alle vessazioni degli utenti».

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