La Nuova Sardegna

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Gestione diretta dell’acqua, il fronte anti Abbanoa resiste

SANTU LUSSURGIU. I Comuni che gestiscono il servizio idrico continuano a rivendicare con forza il diritto all’autonomia. Appena due giorni fa i rappresentanti istituzionali del Gasi (Gestioni...

06 novembre 2015
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SANTU LUSSURGIU. I Comuni che gestiscono il servizio idrico continuano a rivendicare con forza il diritto all’autonomia. Appena due giorni fa i rappresentanti istituzionali del Gasi (Gestioni associate del servizio idrico) hanno ribadito l’intenzione di restare fuori da Abbanoa davanti alla commissione regionale Governo del territorio. La delegazione del coordinamento dei Comuni in missione a Cagliari ha reiterato la richiesta di presentare una leggina ad hoc o un emendamento al Consiglio regionale non appena la Finanziaria approderà tra i banchi del Parlamentino sardo. Sull’estraneità al gestore unico gli amministratori non sono disposti a cedere, forti dei criteri di efficienza e di risparmio che sostengo di aver sempre garantito con la gestione diretta del servizio idrico. «I sindaci delle zone interne si oppongono alla logica del gestore unico che, fatta eccezione per la Puglia, non trova riscontri in nessun’altra regione italiana. Siamo disposti a usare tutti gli strumenti previsti dalla legge per far valere le nostre ragioni, non ultimo un referendum» ha annunciato il presidente del Gasi e sindaco di Paulilatino Domenico Gallus pronosticando una netta vittoria del no ad Abbanoa. «Il mandato ricevuto dai nostri cittadini è di proseguire in una gestione pubblica autonoma: pensiamo sia giusto premiare l’efficienza e la buona gestione delle risorse pubbliche e di eliminare gli sprechi, ed è quello che abbiamo fatto», ha sottolineato il primo cittadino di Santu Lussurgiu Diego Loi. Il Gasi osteggia la riforma varata dalla Regione ritenendola non conforme alle peculiarità del territorio. Lo hanno detto chiaramente il direttore del coordinamento e il capo dell’amministrazione comunale di Modolo. «La Sardegna ha commesso un errore individuando un gestore unico, sia perché non ha esercitato la sua autonomia pur avendo competenza esclusiva in materia, sia perché in tutta Italia esistono ben 474 gestori pubblici e 66 ambiti, situazioni molto differenziate che riflettono le specificità ambientali e geografiche dei territori» ha rilevato Giovanni Ruggeri. Dello stesso tenore l’intervento di Omar Hassan «Non abbiamo avuto a disposizione tutti gli elementi utili per fare una buona legge, chiediamo cose realizzabili». Il presidente della quarta commissione Antonio Solinas è stato cauto sugli impegni da prendere ventilando l’ipotesi che non sussistano le condizioni per cambiare una legge approvata otto mesi fa, in primis per il rischio che il governo la impugni.

Maria Antonietta Cossu

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