La Nuova Sardegna

Oristano

Al mercato della droga tira la cannabis a Km zero

di Simonetta Selloni
Al mercato della droga tira la cannabis a Km zero

Nell’ultimo mese nell’Oristanese sequestrati oltre nove chili di marijuana. Cresce la coltivazione della cannabis e diminuisce l’età dei consumatori

26 ottobre 2015
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ORISTANO. C’era il pensionato insospettabile che in giardino aveva una pianta alta tre metri di cannabis. E poi c’è chi, sospettabile, veniva infatti controllato nei suoi spostamenti, e che in casa teneva sette chili di marijuana. Poi gli spacciatori medio-piccoli, quelli che per sfuggire alle forze dell’ordine non avevano esitazioni a infilare la droga, già bella incellophanata, dentro gli slip, i giovanissimi fuori dalle scuole, qualcuno, persino dentro le scuole.

Nel solo mese di ottobre, nell’Oristanese, carabinieri e polizia hanno sequestrato oltre nove chili e mezzo di droga. Contabilità al netto delle coltivazioni: la cannabis a chilometro zero sta sempre più prendendo piede. Così, qualche giorno fa, è stato arrestato un pensionato che nell’orto di casa custodiva un bell’albero di cannabis, alto tre metri, e dal peso di tredici chili. Ci si sarebbero potute ricavare 12mila dosi da immettere nel mercato, hanno stimato gli esperti.

Si è scoperto, per esempio a Marrubiu, in un altro di questi improvvisi risvegli dell’amore per la natura, che un giovanotto nel giardino di casa coltivava due belle piante di cannabis. Belle e rigogliose: cinque metri di altezza, curate come neanche un botanico, e pronte a fornire due chili ciascuna di droga, una volta essiccate le foglie.

Ce n'è per tutti i gusti. Carabinieri e polizia intensificano i controlli, diversificano le azioni. Il fatto, innegabile, è che il consumo di droga sta crescendo. In mezzo alla crisi, alla disoccupazione, a chi si arrabatta per trovare il lavoro, il kit del soldo facile è tutto sommato racchiuso in semini acquistabili via internet. Poi ci si attrezza per coltivarli: non è difficile, per un ripasso veloce si può persino consultare un delizioso – e pluripremiato – film, “L’erba di Grace”. Dove Grace era una distinta signora inglese finita sul lastrico dopo la morte del marito, e che per tirare avanti metteva su un portentoso traffico di erba coltivata nella serra di casa.

Cinematografia a parte, preoccupa il fatto che la droga stia diventando come nutella e coca cola: trasversale. Fasce d’età le più diverse, (dis)occupazioni idem. A Bosa i carabinieri sono arrivati a inventarsi nuove strategie per contrastare un mercato che da quelle parti pare stia rivolgendosi sempre di più a una fascia d’età di giovani. E così in strada ci vanno pattuglie in borghese, spesso con donne per non dare nell’occhio.

Si recupera un po’ di tutto: marijuana soprattutto, ma c’è anche (poca) coca, qualche pasticca di ketamina e Mdma, stupefacenti sintetici e pericolosissimi. I ragazzini a volte non sono nemmeno maggiorenni: carabinieri e poliziotti li riaccompagnano a casa, da genitori ignari. Che li pensano intenti a mangiare pizzette con gli amici.

Le forze dell’ordine vanno nelle scuole. Ma ci vanno anche gli specialisti dei centri per le tossicodipendenze. Meglio parlare prima, con i ragazzi, che doverli perquisire dopo. È che non sempre hanno la percezione dei guai nei quali il mondo del consumo con spaccio annesso li può infilare. Piccole dosi che regalano lo status di “assuntori”, e si vince una segnalazione alla Prefettura. Ma la strada è pericolosa, fatta di denunce e, nei casi più gravi, di arresti.

Non è un caso che sia dalla Questura che dai Carabinieri i servizi di contrasto allo spaccio degli stupefacenti siano stati intensificati. Stanno dando i loro frutti, come dimostrano i risultati delle ultime settimane. E il mese non è ancora finito.

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