La Nuova Sardegna

Oristano

Violenze, i numeri della vergogna

di Michela Cuccu ; di Michela Cuccu ; di Michela Cuccu
Violenze, i numeri della vergogna

In sei mesi quasi cento donne si sono recate al centro antiviolenza. Il reato spesso consumato tra le mura domestiche

06 ottobre 2015
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ORISTANO. Succede soprattutto in casa, spesso sotto gli occhi dei figli, magari più volte nell’arco di poche settimane. Fanno impressione, ma non sorprendono, i risultati del monitoraggio relativi al fenomeno della violenza sulle donne, resi noti dalla Prefettura. Dati relativi al primo semestre di quest’anno. Il dossier è il risultato di un protocollo interistituzionale che ha messo assieme forze dell’ordine e strutture socio sanitarie, con lo scopo di poter avere una visione complessiva di un fenomeno purtroppo molto frequente anche in questo territorio.

Il dato più allarmante, anche se prevedibile, riguarda il numero piuttosto basso delle donne che, vittime di violenza, hanno la forza di reagire fino in fondo e denunciare il proprio aguzzino.

Su 93 donne che a partire da settembre 2014 si sono recate in strutture come il Centro anti violenza “Donna Eleonora” (dove sono state in 44 a rivolgersi), consultori (29) e ospedali (20), appena 20 hanno sporto denuncia e due l’hanno ritirata. In diciannove, invece ha preferito non far nulla, forse per il timore di non essere in grado di affrontare il “dopo”.

Il monitoraggio che contiene i dati forniti dalla forze dell’ordine e dalle strutture socio sanitarie, permette di tracciare un profilo sia delle vittime ma anche degli autori delle violenze. In stragrande maggioranza italiane (quasi il 90 per cento), residenti per la maggioranza nel Campidano, due su tre le donne vittime di violenza ad essersi rivolte alle forze dell’ordine sono spesso casalinghe (due su cinque) in molti casi hanno un titolo di studio (le laureate ad aver sporto denuncia sono una sua due).

Gli abusi accertati sono diffusi in tutte le zone della provincia. Secondo la casistica registrata nelle strutture socio sanitarie, infatti, una percentuale non trascurabile di episodi sarebbe avvenuta ai danni di donne residenti in Marmilla (oltre il 15 per cento), stessa percentuale per le residenti nel Montiferru, mentre nel 7,69 per cento in Barigadu e nel 5,13 per cento nel Guilcer. Sono le donne di età compresa fra i 31 e i 45 anni quelle ad essersi rivolte più frequentemente alle strutture sociali ma è alta la percentuale delle vittime minorenni che si sono rivolte agli ospedali, nei consultori o al centro Donna Eleonora.

È quasi sempre fra le pareti domestiche che si consuma una violenza e spesso, due volte su tre la violenza viene addirittura ripetuta. In un caso su tre la frequenza è plurima.

Il reato più frequente, uno su cinque, è l’ingiuria, seguito dai maltrattamenti, dalle lesioni personali e dalle percosse. Il dieci per cento delle denunce ha riguardato le minacce, appena inferiore la percentuale degli atti persecutori.

Le denunce per violenza sessuale riguardano poco più del 6 per cento dei casi; stessa percentuale per quel che riguarda la violazione degli obblighi di assistenza familiare. Secondo i dati del centro anti violenza, in quasi il 70 per cento dei casi la violenza non è mai di un solo tipo, ma psicologica e fisica contemporaneamente.

Se la casa è il luogo meno sicuro, non è raro che gli abusi avvengano in presenza dei figli minorenni o di familiari, e conoscenti, ma in un caso su due il reato non ha testimoni.

Volendo tratteggiare l’identikit del violentatore, se ne deduce che questi ha una età media compresa i 31 e 44 anni con un livello di istruzione basso (nessun laureato risulta fra i denunciati).

Naturalmente l’autore della violenza quasi sempre conosce la sua vittima. Molto spesso si tratta del coniuge o del compagno (due casi su cinque, a volte è una persona con cui la vittima aveva ormai chiuso le relazioni per cento), mentre un caso su sette è relativo a una conoscenza recente. Spesso chi commette abusi ha un lavoro (in un terzo dei casi) mentre più bassa è la percentuale dei disoccupati, uno su quattro, e pensionati, un caso su otto.

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