La Nuova Sardegna

Oristano

Non era un falso cieco, assolto musicista di San Vero Milis

di Enrico Carta
Un falso cieco in bicicletta in un'immagine d'archivio
Un falso cieco in bicicletta in un'immagine d'archivio

Per l’Inps Pietro Paolo Madau, uno dei più noti fisarmonicisti sardi, aveva percepito la pensione d’invalidità indebitamente. Ma la patologia di cui soffre gli impedisce di vedere come una persona normale

06 ottobre 2015
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SAN VERO MILIS. Giorno dopo giorno, la sua vista è andata via. Scorge delle ombre, ma secondo i canoni delle leggi la sua situazione è del tutto equiparabile a quella di un cieco totale. Così, dopo un processo alquanto combattuto nel quale rischiava la condanna a tre anni e mezzo, per Pietro Mario Madau, uno dei più famosi suonatori sardi di fisarmonica, è arrivata l’assoluzione dalla doppia accusa di truffa ai danni dell’Inps e di calunnia nei confronti della commissione medica.

Per il pubblico ministero Paolo De Falco, il reato era stato perpetrato in più atti. Il primo era legato alle finzioni che Pietro Mario Madau avrebbe operato ogni volta che si trovava di fronte alla commissione medica. Secondo l’accusa sarebbe ripetutamente riuscito a far cadere i dottori in errore, riuscendo a ingigantire, soprattutto nel primo periodo di comparsa della patologia, i suoi effetti. Così per anni avrebbe percepito la pensione di invalidità arrivando a intascare indebitamente 22mila euro.

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Successivamente, nel momento in cui alcuni filmati della Guardia di finanza lo riprendevano mentre andava in bicicletta, si muoveva abilmente in mezzo al traffico, attendeva lo scattare del semaforo verde o rosso a seconda delle proprie esigenze, la commissione gli levò la pensione e allora contro i medici partirono delle accuse ben precise sul fatto che gli stessero impedendo di trascorrere una vita con i supporti di cui aveva bisogno per poter svolgere le attività quotidiane.

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Da qui nacque la seconda accusa, quella di calunnia, ma come in un effetto domino, entrambi i capi d’imputazione sono caduti una volta che è stato ritenuto non sussistente il reato di truffa. Il giudice monocratico Riccardo Ariu ha così dato ragione alla linea difensiva sostenuta dall’avvocato Massimiliano Ravenna.

L’intero processo si è giocato sulla definizione scientifica di cecità totale: la patologia degenerativa di cui soffre Pietro Mario Madau infatti gli impedisce di avere una vista normale, ma la possibilità di vedere ombre non impedirebbe invece di svolgere determinate attività soprattutto in ambienti molto familiari. In quei casi il malato è in grado di svolgere attività che sembrano quelle di una persona con la vista normale, anche se in realtà non lo sono.

Tutto questo è stato avvalorato anche da alcune perizie mediche di parte e così è arrivata l’assoluzione.

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