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Arborea, il Tar affossa il Progetto Eleonora

di Simonetta Selloni
Arborea, il Tar affossa il Progetto Eleonora

Il Tribunale amministrativo nega la sospensiva chiesta dalla Saras sulla decisione del Savi che aveva bloccato il progetto

03 ottobre 2015
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ARBOREA. Il Tribunale amministrativo della Sardegna ha respinto il ricorso presentato dalla Saras contro la bocciatura da parte del Savi, il Servizio di sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi della Regione, del progetto Eleonora finalizzato alla trivellazione di un pozzo esplorativo per la ricerca del gas metano nel sottosuolo di Arborea.

La sentenza dei giudici amministrativi è stata depositata ieri a tarda sera, e di conseguenza non si conoscono con esattezza le motivazioni della decisione. Una pronuncia nel merito che potrebbe significare, se non l’ultimo atto, quanto meno il penultimo atto della vicenda che ha visto contrapposti da una parte la società dei fratelli Moratti, dall’altra il comitato anti-trivelle, gruppi ambientalisti, la stessa amminisitrazione comunale. Ora alla Saras non resta che percorrere l’ulteriore gradino giudiziario, ossia il ricorso al Consiglio di Stato. Ma è chiaro che le fortissime opposizioni al Progetto Eleonora, alle quali ora si aggiunge la sentenza del Tar, hanno provocato dei rallentamenti anche nelle motivazioni del percorso intrapreso dalla Saras.

La società si era vista archiviare per improcedibilità da parte del Savi la procedura di Via, la valutazione di impatto ambientale – senza che peraltro fosse conclusa –. Il Savi aveva giudicato il progetto esplorativo della Saras incompatibile con il Ppr, il Piano paesaggistico regionale, e il Puc, il Piano urbanistico comunale di Arborea. Peraltro, questa decisione era arrivata nel 2015: quattro anni dopo il deposito del corposissimo fascicolo che correda la richiesta di procedere con il pozzo esplorativo. Qualche mese fa, la Saras aveva rinnovato la richiesta del permesso di ricerca datato 2009.

«Se la richiesta di esplorazione dovesse superare la dichiarazione di improcedibilità, e concludersi con una positiva valutazione, sarebbe avviato solo il cantiere per l'attività di ricerca, della durata prevista di sei mesi. In caso di conferma della presenza di gas metano, sarà la Regione, quale unica proprietaria della risorsa, a decidere come procedere», ha sempre sottolineato la Saras. Sostenendo che «A quel punto, il privato potrebbe chiedere una concessione e presentare una nuova richiesta di Valutazione d'impatto ambientale, allegando un secondo studio sui possibili scenari di coltivazione. Alla Ras rientrerebbero royalties e tasse per un totale di 540 milioni di euro, in caso di sfruttamento totale del giacimento». Ma queste valutazioni sono per il momento rinviate ad altra data.

Il Progetto Eleonora è, di fatto, cristallizzato al momento in cui tutta la partita è passata nelle mani dei giudici amministrativi. Ora che c’è una decisione che pone uno stop all’intera ricerca, c’è da pensare che la Saras possa muoversi anche sul versante risarcitorio nei confronti della Regione. La Società aveva depositato un'istanza di risarcimento per tutelare l'investimento, quantificato in circa 7,2 milioni di euro. Tanto è stato fin qui speso per le ricerche, sulla cui base la Saras ritiene che nel sottosuolo di Arborea ci siano importanti risorse energetiche il cui sfruttamento potrebbe cambiare il volto della Sardegna.

Ma gli oppositori pensano che il prezzo da pagare sia troppo alto: un impatto devastante per l’ambiente, la salute e l’economia di un territorio a fortissima vocazione agricola. Due scuole di pensiero che hanno prodotto manifestazioni, prese di posizione di intere municipalità, ma anche incontri, conferenze di servizio a sostegno della necessità di – almeno – verificare se davvero Arborea poggi su un giacimento di metano. Per ora, su tutte le opinioni, pesa lo stop imposto dal Tar.

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