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La sfilata nostalgica delle vecchie signore dell’automobilismo

La sfilata nostalgica delle vecchie signore dell’automobilismo

NEONELI. I modelli che hanno fatto la storia, e la fortuna, delle case automobilistiche più rinomate, sono di scena al Tour di Sardegna organizzato dal Club Ruote d’epoca Riviera dei fiori. È la...

22 settembre 2015
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NEONELI. I modelli che hanno fatto la storia, e la fortuna, delle case automobilistiche più rinomate, sono di scena al Tour di Sardegna organizzato dal Club Ruote d’epoca Riviera dei fiori. È la seconda volta che la manifestazione organizzata dal circolo nazionale di Villanova D’Albenga, in provincia di Savona, sbarca nell’isola per un giro promozionale delle località costiere e dell’interno. Questa mattina una trentina di auto d’epoca arriveranno a Porto Torres, punto di partenza di un itinerario che attraversa la regione da Nord a Sud. La prima tappa sarà la chiesa di San Pietro di Sorres a Borutta, dopodiché la carovana prenderà la direzione del villaggio nuragico di Santa Cristina, dove l’arrivo è previsto intorno alle 10,30.

Sfileranno Mercedes, Porsche, Fiat e Alfa Romeo uscite dalle fabbriche tra gli anni Cinquanta e Ottanta. Durante il tragitto o ad ogni stazione intermedia del percorso al potranno unirsi al corteo altri collezionisti e appassionati di vetture storiche, indipendentemente dall’appartenenza al Club Ruote d’epoca. Esaurita la sosta vicino a Paulilatino i partecipanti riprenderannoil viaggio alla volta di Neoneli. Dopo il passaggio in paese gli automobilisti raggiungeranno il novenario di S’Angelu, dove sosteranno per alcune ore. In serata visita a Tharros, Oristano e Torregrande. L’ultima tappa nell’Oristanese sarà quella di Bosa, in programma il 27 settembre «La finalità di questa manifestazione è di promuovere le bellezze dell’isola - spiega Giorgio Magario, commissario tecnico responsabile per la Sardegna - facendo conoscere anche le zone interne e in particolare questi territori, solitamente più sacrificati rispetto alle località principali».

Maria Antonietta Cossu

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