La Nuova Sardegna

Oristano

Sindacato in allarme per il San Martino: «La Regione si fermi»

di Michela Cuccu

La Uil chiede di bloccare il piano regionale della sanità La preoccupazione più forte per Ematologia e Pneumologia

03 settembre 2015
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ORISTANO. «Riassegnare i posti letto dei reparti di Ematologia e Pneumologia, autorizzare l’immediato bando dei concorsi per Oculistica, Otorinolaringoiatria, Cardiologia e Fisiatria, altrimenti, l’ospedale San Martino, non potrà mai diventare una struttura di primo livello, come prevede la riorganizzazione disegnata dalla Regione». Lo chiede la Uil-Fpc, attraverso il segretario provinciale Michele Zucca, che interviene sulla complessa questione del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera regionale, che dovrà, secondo i piani della giunta Pigliaru, entrare a regime entro il 2018.

Un piano di riorganizzazione con luci e ombre, con qualche rischio importante sul livello di assistenza della sanità pubblica. È il caso del rischio di cancellazione di alcuni posti letto nel reparto di Oncoematologia, denunciato sulle pagine della Nuova, dal vice segretario regionale dell’Anaao Assomed, Luigi Curreli.

Anche la Uil interviene sulla vicenda, ampliando però il discorso ai vari aspetti legati a quella che si annuncia come una rivoluzione nel sistema della sanità pubblica. «Puntando lo sguardo sull’Oristanese – afferma Michele Zucca – è previsto un incremento del numero totale di posti letto, con il pubblico che ne guadagnerà il 14 per cento in più, grazie all’acquisizione dei posti letto specialistici, di riabilitazione e lungodegenza, mentre si ridurranno quelli di Medicina generale e Chirurgia. La sanità privata perderà invece il 20 per cento dei posti letto, sia per le discipline generalistiche che specialitiche».

Il segretario della Funzione pubblica della Uil, punta l’obbiettivo sulla sanità pubblica: «Ci sono alcune perplessità, ad esempio, relativamente al peso sproporzionato attribuito alla Cardiologia, che con 49 posti letto (di cui 29 nel privato accreditato) ne conterà sette in più di Sassari, che ha il doppio degli abitanti. Alla Pediatria, inoltre, il piano prevede l’attribuzione di dieci posti letto nel pubblico e cinque nel privato accreditato, benchè questi ultimi non risultino mai utilizzati».

Resterebbe inoltre irrisolta la questione della lungodegenza geriatrica. «La proposta della giunta regionale per Oristano è latitante ed inspiegabile se si considera che l’indice di vecchiaia in provincia è pari a 216, ben più alto della media sarda che si ferma a 174 e di quella italiana pari a 154». Michele Zucca interviene poi sulla vicenda del reparto di Ematologia: «Mancano all’appello diversi posti letto, così come nel caso della Pneumologia».

Diverso è il discorso per gli ospedali cosiddetti periferici. «Mentre per Bosa la definizione è chiara, essendo indicato come presidio di sede disagiata, per Ghilarza le cose ancora non sono chiare. Si indica il Delogu come punto di primo intervento, riabilitativo e ospedale di comunità – spiega il sindacalista – ma le definizioni delle funzioni sono poco chiare e contraddittorie. Una delle definizioni stabilisce infatti che in questi ospedali ci debba essere un’area di degenza comune di venti posti letto, afferente al reparto di Medicina, con un proprio organico, una Chirurgia e un Pronto soccorso. A Ghilarza – conclude Michele Zucca è attivo, unico in Sardegna, il servizio di week surgery, che funziona: non vorremmo non se ne tenesse conto».

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