La Nuova Sardegna

Oristano

L’epidemia di visna maedi fa strage nelle campagne

di Michela Cuccu

In un allevamento di Soddì sono morti dieci capi nel giro di pochi giorni Nuova denuncia delle aziende zootecniche: «Serve subito un intervento»

04 luglio 2015
2 MINUTI DI LETTURA





Dieci capi morti in un allevamento nel giro di un mese e mezzo sono tanti, troppi, se a uccidere è stata la visna maedi. Per questa malattia ancora non sono previsti indennizzi in favore delle aziende, che nel frattempo, denunciano di avere praticamente nessuno strumento per poter fermare il progredire di un’epidemia che sta decimando il patrimonio ovino della Sardegna.

«Malgrado le delibere e le circolari, la moria non si è fermata. Servono misure concrete o almeno l’applicazione di quelle annunciate, altrimenti, per il nostro comparto sarà un disastro». È più che una denuncia quella di Domenico Serra, l’allevatore di Soddì che ha visto morire rapidamente le sue pecore, l’ultima l’altra mattina. «Eppure stava bene, era stata inserita nella fecondazione, invece è morta», racconta. Spiega di essere uno dei tanti allevatori che hanno aderito al programma di controllo aziendale, separando le pecore malate da quelle sane, nutrendo gli agnellini appena nati con il colostro congelato, dato che la malattia virale (o meglio il lentivirus) che attacca l’apparato respiratorio viene trasmesso da madre a figlio attraverso il latte.

«Dalla Asl continuano a sostenere che la visna maedi non uccida e allora mi dicano di cosa stanno morendo le mie pecore. L’ultimo sopralluogo dei veterinari Asl – dice ancora Domenico Serra – risale al 25 novembre, malgrado i protocolli prevedano che le verifiche sanitarie debbano avere una cadenza di sei mesi. I veterinari vengono nelle nostre aziende, ad esempio per i vaccini contro la blue tongue. Per questa malattia, invece, si continua a far poco o nulla e noi non possiamo stare a guardare. E un lusso che nessun allevatore può permettersi».

È recente l’istituzione da parte della Regione di un tavolo tecnico composto da esperti che dovrà proporre agli assessorati alla Sanità e all’Agricoltura quali misure adottare per contrastare l’avanzata della malattia. L’intervento arriva però in ritardo, almeno rispetto alle richieste più volte avanzate dalle associazioni professionali, che in diverse occasioni hanno lamentato la sottovalutazione del problema, tanto che inizialmente erano stati presi in considerazione soltanto gli allevamenti caprini.

«L’istituzione del tavolo tecnico è un passo importantissimo, ma servono interventi concreti. Non possiamo aspettare che la malattia distrugga i nostri allevamenti – dice Domenico Serra che racconta come nell’Alto Oristanese l’epidemia abbia raggiunto livelli allarmanti –. Dagli ultimi controlli effettuati dall’Associazione regionale allevatori, che assieme all’Apa è l’unica che ci stia dando assistenza, in un solo gregge sono stati trovati ventuno capi positivi al virus».

In Primo Piano
Elezioni comunali

Giuseppe Mascia: «Grande responsabilità che ci assumiamo uniti per governare Sassari»

di Giovanni Bua
Le nostre iniziative