Furto in via Venezia, chiesti due anni
Il pubblico ministero sollecita la condanna per il colpo in una casa. I ladri fermati solo dall’allarme
05 giugno 2015
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ORISTANO. È lui oppure no? Il dubbio lo leverà l’udienza del 2 luglio, quando ci sarà quella testimonianza che dovrebbe avvicinare alla verità il processo per un furto avvenuto il 6 dicembre del 2013. Per ora c’è solo la richiesta del pubblico ministero Paolo De Falco che ha sollecitato la condanna a due anni per Antonello Cappeddu, 37 anni originario di Siapiccia e residente in città. Secondo l’accusa è uno dei due uomini che, passando dal cortile di una casa di via Firenze, tentarono il colpo grosso in una vicina villetta di via Venezia.
A tradirli fu l’allarme dell’abitazione che scattò nonostante i ladri avessero provato a manomettere il collegamento, prima di forzare la porta d’ingresso e dopo aver pensato bene di oscurare le telecamere di videosorveglianza utilizzando uno spray. Altre telecamere però ripresero Antonello Cappeddu che passava nelle strade vicine ad un orario compatibile con quello in cui fu messo a segno il furto.
Per il pubblico ministero che aveva anche provato a collegare questo furto a quello avvenuto con modalità molto simili al Cinema Aristo, basta questo per chiedere la condanna a due anni per il doppio reato di tentato furto e di violazione di domicilio. La sentenza però non arriva. Il rito abbreviato che si celebra di fronte al giudice per le udienze preliminari, Annie Cecile Pinello, ha subito un rallentamento di fronte ai dubbi avanzati dall’avvocato difensore Gianfranco Siuni. C’è infatti la testimonianza di una persona che andò a verificare la situazione dopo che l’allarme era scattato, la quale dice che in casa non c’erano segni di scasso. Questo posticiperebbe l’orario in cui sarebbe avvenuto il furto. E poi ci sono impronte digitali che non coincidono con quelle di Antonello Cappeddu, per cui serve l’ulteriore testimonianza per dirimere i dubbi. (e.c.)
