La Nuova Sardegna

Oristano

L’uomo che governava la Balena bianca

L’uomo che governava la Balena bianca

“Il Senatore” si è spento ieri all’età di 88 anni. Leader indiscusso della Dc, era stato presidente della Regione e ministro

22 dicembre 2014
3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Non una lode incondizionata, ma un riconoscimento, per quanto possibile obiettivo, al ruolo svolto da un personaggio importante nella storia di questo territorio. Lucio Abis è stato per almeno due decenni uno degli uomini più importanti e potenti. Sicuramente di Oristano, a lungo della Sardegna e, per un certo periodo, della Dc. Nella sua ultima intervista alla Nuova disse, tra le altre cose, che il periodo in cui ebbe maggiore influenza fu quando ricoprì l’incarico di responsabile del dipartimento economia del partito. E all’epoca, la Dc era ancora la “balena bianca”: i suoi uomini sedevano nei posti di controllo di tutte le varie diramazioni del potere. Per Abis, quindi che, durante la sua lunga carriera politica, ha ricoperto il ruolo di sindaco (a Villaurbana), consigliere regionale, assessore regionale, presidente della Regione, senatore, sottosegretario e ministro, quell’incarico aveva un peso e una rilevanza ancora superiori a tutti gli altri, pur importanti.

Classe 1926, Abis era quello che anche ieri, una volta che si è diffusa la notizia della sua morte, molti consideravano un “politico di razza”. Certo, ha attraversato, con perizia e abilità, un periodo storico molto diverso da quello attuale. Tra Piani di rinascita e Cassa per il Mezzogiorno, le risorse per il territorio non mancavano. E Abis era abile nell’agire sul governo romano per fare in modo che una parte di quelle risorse approdasse anche da queste parti. Protagonista, nel bene e nel male, della fase di industrializzazione della Sardegna, Abis ha spinto per la realizzazione del porto industriale che doveva essere un’interfaccia col mondo esterno per quella Sardegna industriale che è durata lo spazio di un’illusione.

“Il Senatore”, come lo chiamavano in tanti a Oristano, era uno che dava del tu a politici come Aldo Moro, Giulio Andreotti, Francesco Cossiga, Amintore Fanfani (proprio con quest’ultimo presidente del Consiglio Abis divenne ministro dei Rapporti con il parlamento, dal dicembre del 1982 al giugno dell’anno successivo). A suo agio tra le vie del potere capitolino come tra piazza Eleonora e piazza Roma a Oristano.

Nella Dc sarda, sino a quando è stato sulla scena politica, ovvero sino alla metà degli anni Novanta, Lucio Abis ha avuto un ruolo di leader. Nello scudo crociato oristanese è stato per tanti anni il capo incontrastato, espressione della corrente dorotea del partito alla quale, nell’ultimo periodo, si contrapposte la cosiddetta “sinistra” che cominciava a proporre nuovi e ambiziosi aspiranti successori. Pasquale Onida, Angelo Atzori, Ignazio Manunza: nessuno di loro raggiunse però il peso politico del vecchio leone, al quale per lungo tempo nella stessa Dc veniva rimproverato l’errore di non aver fatto crescere una classe di eredi di pari statura politica.

Anche dopo il ritiro dalle scene ogni tanto non si sottraeva al ruolo di “padre nobile” della politica oristanese. Molti gli si rivolgevano (sempre con minore frequenza, però: e questo un po’ lo addolorava) per ascoltarne il parere i consigli. Nel suo studio, nella casa di via Diaz, riceveva gli amici e anche i giornalisti che, periodicamente, gli chiedevano un parere sulla situazione politica del momento. Della quale raramente parlava con accenti di stima e considerazione. Da qualche tempo non lo si vedeva più all’ombra della Torre di Mariano, con il suo loden verde e la figura un po’ ricurva dal peso degli anni e delle responsabilità. Lascia un patrimonio di interventi per la sua terra, un vuoto e nessun erede politico. (r.pe.)

In Primo Piano
Turismo

In Sardegna un tesoretto di 25 milioni dall’imposta di soggiorno: in testa c’è Olbia

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative