La Nuova Sardegna

Oristano

Il Tirso preoccupa, il corso è ostruito da piante e rifiuti

di Maria Antonietta Cossu
Il Tirso preoccupa, il corso è ostruito da piante e rifiuti

Sedilo, stato di allerta per il fiume che sfiora il paese Sotto stretta osservazione c’è anche un vecchio ponte

20 dicembre 2014
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SEDILO. C’è una bomba a orologeria sepolta sotto la vegetazione che punteggia i pascoli del versante sud-orientale del comprensorio: è il Tirso, che a tratti scompare sotto le fronde e il fogliame delle tamerici e di altre essenze della macchia mediterranea.

Ma, com’è noto, il fiume più importante dell’isola è anche una bomba ambientale, come dimostra la perenne torbidità delle acque nei tratti in cui il corso si restringe, la presenza di rifiuti di ogni genere, dai solidi urbani alle carcasse animali, delle periodiche morie di pesci, non sempre ascrivibili alla mancanza di ossigeno. Di certo non lo è l’ecatombe di quest’ estate, per cui era finita è sotto inchiesta la Bio Power Sardegna. La pericolosa combinazione tra la vegetazione invasiva e l’alta concentrazione di corpi estranei, sempre e comunque frutto della negligenza, dell’incuria e della maleducazione dell’uomo, rischia un effetto prorompente alla prima ondata di piena.

E questa volta c’è il serio pericolo che ai danni solitamente provocati dalle esondazioni ai pascoli e alle aziende più vicine al corso d’acqua se ne aggiunga uno più grave: il cedimento strutturale del ponte sul Tirso, già soggetto ad alcuni divieti e limitazioni per ridurre il rischio di crolli. Una misura che non mette sicuramente al riparo dal rischio di collasso a cui la struttura sarebbe soggetta nel caso di una forte e imprevista ondata di maltempo.

A ipotizzarlo è lo stesso assessore ai Lavori pubblici della Provincia, Gianni Pia, che ha disposto una serie di prove di carico per verificare il grado di staticità della struttura. Lo stato fatiscente del viadotto, tuttavia, è ben visibile a occhio nudo: i parapetti presentano evidenti lesioni e i piloni del lato sinistro sono quasi completamente erosi.

Lo studio di staticità è propedeutico all’intervento di manutenzione del ponte, edificato durante il ventennio fascista. L’incuria, gli anni e la forza erosiva delle acque e degli agenti atmosferici ne hanno minato gravemente la stabilità. Il timore è che la struttura possa non reggere all’onda d’urto di una piena più violenta delle precedenti.

A maggior ragione quando le acque non defluiscono regolarmente come accade proprio all’altezza del ponte, dove vegetazione e rifiuti creano una sorta di tappo. L’unica soluzione per evitare il peggio è la prevenzione, una terapia d’urto per liberare il letto e mettere in sicurezza gli argini.

Ma la manutenzione ordinaria è una chimera. A Sedilo non viene eseguita da almeno dieci anni. L’ultimo intervento risale al 2003, quando il Comune spese 80mila euro per ripulire alveo e sponde del Tirso. In materia di prevenzione, del resto, la politica non ha abituato alla massima coerenza. Solo tre anni fa, ad esempio, l’amministrazione locale si è vista respingere dalla Regione la domanda di un finanziamento di 70mila euro per la pulizia dei letti del Tirso, di Frumeneddu e di un terzo corso d’ acqua.

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